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“Stretta tra spending review e piani di rientro nella sanità siciliana si è persa la centralità del paziente. Recuperarla significa superare ritardi e inefficienze e poter proporre un’offerta sanitaria realmente in grado di dare risposte al diritto alla salute e di darle per tutti”. Lo sostiene la Cgil Sicilia che ha organizzato oggi un dibattito a Palermo per lanciare le proprie proposte e sottoporle alla politica anche in vista della fase di campagna elettorale che va ad aprirsi.
“Chiediamo - ha detto il segretario generale della Cgil Sicilia, Michele Pagliaro- che il buon funzionamento del sistema sanitario, assieme al lavoro, diventi una delle priorità della prossima legislatura: è questo il senso della riflessione di oggi”. Parliamo della Sanità in una regione dove le precarie condizioni socio-economiche (indice di povertà al 22,8%) hanno reso una prassi la rinuncia alla cura. I dati ufficiali dicono che nel 2016 le prestazioni sanitarie sono diminuite del 14,4%, il ricorso alla specialistica ambulatoriale dell’11,2% e quello ai Pronto Soccorso del 20,5% .
Ecco perché tra le richieste della Cgil c’è anche l’abolizione dei ticket. Il contesto è inoltre quello di una regione dove la mortalità evitabile legata alla qualità della vita è superiore a quella nazionale e dove la mortalità infantile è di 5 su 1.000 nati contro i 3/1000 della media nazionale. “Un quadro generale dunque - ha detto Elvira Morana, responsabile socio-sanitario alla Cgil regionale - che rende fondamentale superare la frammentazione del sistema sanitario con un adeguato assetto della medicina del territorio che accompagni il riassetto della rete ospedaliera. La sfida della deospedalizzazione - ha specificato - si vince con la qualità dei servizi alternativi, da costruire nel raccordo tra assessorato alla Salute e assessorato agli Enti locali, per assicurare un’adeguata programmazione socio- sanitaria”. Morana ha auspicato “un patto sociale da costruire attraverso un confronto serrato con le parte sociali e i territori per condividere le previsioni dei Piani aziendali con un successivo raccordo nell’ambito di una cabina di regia regionale”.
La Sicilia è anche una regione che vedrà, secondo le stime Istat, un progressivo invecchiamento della popolazione – dal 2020 al 2015 quella over 65 passerà dal 23,1% al 29,8% - con un incremento prevedibile delle cronicità. “La valorizzazione del livello territoriale può rappresentare in questo contesto la leva per rilanciare il sistema pubblico, garantendo a tutti il diritto alla Salute”, ha rilevato Filippo Romeo, responsabile Salute della Cgil Sicilia. In proposito la Cgil propone una nuova strutturazione dell’assistenza primaria con la “Casa della Salute”, “come condizione - ha detto Romeo - per rendere possibile l’unitarietà e l’integrazione dei livelli assistenziali attraverso la contiguità spaziale di servizi e operatori”.
Queste strutture dovrebbero “articolare risposte flessibili a bisogni come quello dell’assistenza domiciliare per bacini di 10.000 persone di cui le Case della Salute- ha sottolineato Romeo - diventerebbero il Presidio socio- sanitario di riferimento”. La Cgil chiede che i livelli essenziali di assistenza (Lea) siano garantiti in Sicilia come nel resto d’Italia. In tema di sanità privata, che per il sindacato “deve essere non sostitutiva ma complementare rispetto a quella pubblica, la Cgil chiede la revisione dei sistemi di accreditamento sulla base di standard di qualità e di sicurezza e controlli successivi. Per quanto riguarda il personale le richieste sono l’incremento delle dotazione organiche e il rinnovo del contratto collettivo di lavoro.