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Prospettive incerte e grande preoccupazione per gli oltre mille lavoratori di Tiscali già in stato di agitazione e in attesa di conoscere i piani aziendali.
Fondata dall’ex presidente della Regione Renato Soru, e controllata da febbraio 2016 da un fondo russo, Tiscali rischia infatti di sgretolarsi, disperdendo il suo know how e le professionalità dei dipendenti protagonisti dei processi innovativi che hanno portato l’azienda sarda nel panorama internazionale di settore.
Per questo, i sindacati, Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil e le Rsu, solleciteranno chiarimenti nell’incontro fissato con con i vertici fissato per il 12 gennaio. Nell’attesa, le categorie e le segreterie confederali, chiedono un intervento della Regione e del presidente Pigliaru perché “in gioco c’è il futuro del patrimonio industriale e tecnologico di una delle aziende più importanti della Sardegna”.
Dopo le operazioni finanziarie e industriali - portate avanti nel 2016 sotto la guida dell’ad Riccardo Ruggiero, pochi mesi dopo un accordo sul contratto di solidarietà - e in seguito alle voci insistenti su altre cessioni di rami d’azienda, infatti, l’attenzione dei sindacati a tutti i livelli ha superato la soglia di guardia. “Non possiamo accettare che l’azienda venga destrutturata e siano messi a rischio i livelli occupazionali”, scrivono in una nota congiunta le segreterie regionali e territoriali Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil.
Tra gli interventi c’è l’accordo commerciale con Fastweb, che ingloba – insieme a 50 dipendenti - clienti, divisione Business e gestione dell’appalto milionario vinto da Tiscali per la fornitura dei servizi di connettività alle pubbliche amministrazioni. Poi, in via di definizione, l’affitto per sette anni delle attività legate al reparto Information Tecnology - con i suoi 170 dipendenti - alla neonata Engineering Sardegna srl, piccola creatura della multinazionale dell’ingegneria informatica Engineering spa.
Sono queste le poche informazioni ufficiali, sulle quali sono in corso trattative sindacali, poi ci sono le tante indiscrezioni, alimentate anche dall’assenza di chiarezza che ha contraddistinto sino ad ora le relazioni industriali. Come il futuro di progetti speciali come Streamago che, se venissero confermate le richieste avanzate agli ingegneri informatici affinché scelgano di seguire il progetto o magari restare al customar care Tiscali, andrebbero incontro a una cessione di ramo d’azienda.
Di certo c'è finora il rinvio del pagamento degli stipendi di questo mese - annunciato con lettera formale alle rappresentanze sindacali – e il ritardo dei versamenti contributivi di alcuni mesi, che risultano però regolarmente trattenuti nelle buste paga.
Ragioni che hanno messo in allarme lavoratori e sindacati che chiedono all’azienda un chiarimento sulle prospettive, anche in riferimento alle ultime due aree pregiate rimaste in Tiscali, i servizi di rete e il customer care, ai quali lavorano circa settecento lavoratori: “Non vorremmo – concludono Slc, Fistel e Uilcom - che anche su questi pezzi il management aziendale avesse pronti i suoi programmi di cessione”.