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“Le differenze in un mondo globale - Opportunità e insidie”: è il titolo della 23esima edizione di Cgil Incontri (la manifestazione annuale organizzata da Cgil Pistoia, Fondazione Valore Lavoro, Fondazione Di Vittorio, Ebert Stiftung) che si apre oggi (mercoledì 6 novembre) presso la Biblioteca di San Giorgio (Auditorium Terzani) in via Pertini, con tanti ospiti nazionali e internazionali e tanti dibattiti. La manifestazione si concluderà venerdì 8 novembre.
L'inaugurazione di oggi prevede, dopo i saluti degli organizzatori e del sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi, gli interventi, tra gli altri, della vicesegretaria della Cgil nazionale Gianna Fracassi (ore 11.30, dibattito “Un nuovo modello di sviluppo”) e della responsabile delle Politiche europee e internazionali della Cgil nazionale Susanna Camusso (ore 14.30, dibattito “Appello per la pace in Rojava”).
Giovedì 7 novembre alle 12 è in programma il dialogo tra Maurizio Landini, segretario generale Cgil, e David Sassoli, presidente dell’Europarlamento, mentre alle 15.30 sarà presente Antonio Misiani (sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze) al dibattito “Lo spazio globale delle banche e della finanza. Deregulation vs regolazione” e alle 16.30 ci sarà ancora Susanna Camusso nell'incontro “Rivendicazioni globali. Le possibili vie per un nuovo internazionalismo”.
La chiusura della manifestazione è prevista per venerdì 8 novembre con la tavola rotonda “Un’altra Europa è possibile? E come?” (inizio ore 10) a cui interverranno Daniele Gioffredi (segretario generale Cgil Pistoia), Vittorio Cogliati Dezza (responsabile Esteri Legambiente), Leila El Houssi (professore di Storia dei paesi islamici all'Università di Padova), Esther Lynch (vice segretaria generale Ces), Enrico Rossi (presidente Regione Toscana), Kurt Zell (Dgb, Confederazione tedesca dei sindacati) e Tania Scacchetti (segretaria confederale Cgil).
L’edizione di Cgil Incontri 2019 affronta le increspature dello scenario planetario nelle sue implicazioni identitarie, politiche, economiche e ambientali ponendo al centro i reali assetti di potere che informano il capitalismo. Punto cardine della rassegna è la distinzione fra diversità e diseguaglianze. Si può e si deve perseguire un modello globale di tutela delle culture, dell’autodeterminazione popolare e degli habitat umani che superi le diseguaglianze, lo sviluppo ineguale, la devastazione ambientale e ponga al centro i diritti universali delle persone.
Dopo il ventennio dell’ubriacatura neoliberista seguita al 1989, quando ci si era azzardati a credere che la storia era finita e che aveva trionfato un unico modello di sviluppo e di democrazia, corrispondente a un unico potere su scala mondiale rappresentato dagli Stati Uniti, la crisi economica iniziata nel 2008, l’ascesa del gigante cinese, le difficoltà europee, il cambiamento climatico hanno messo radicalmente in discussione un quadro che più che ottimistico era ingenuo. Temi quali il governo della moneta, il multilateralismo, la libertà di circolazione transnazionale dei fattori capitale e lavoro, il global warming, i perimetri degli spazi economici e politici dentro ai quali costruire la democrazia e le organizzazioni internazionali e/o sovranazionali, chiedono urgentemente di essere affrontati.
Anche il lavoro ha subìto cambiamenti epocali su scala globale, sia nella sua divisione geografica che nella sua organizzazione, con l’affacciarsi di nuove figure subalterne, come gli autonomi e i lavoratori della gig economy. Di fronte a tutto ciò, il movimento sindacale internazionale necessita di mettere a fuoco tanto la portata e la valenza dei processi in corso quanto le pratiche più incisive per superare, nel XXI secolo, l’aumento delle diseguaglianze, la redistribuzione ineguale delle ricchezze fra le aree della terra e nei singoli contesti nazionali, la distruzione del pianeta da parte di un sistema economico vincolato a se stesso e non agli esseri umani.