L’estate appena conclusa ha visto da parte dei media una grande attenzione sul tema dello sfruttamento in agricoltura e sul caporalato. Chi conosce questo settore sa che purtroppo non è una novità dell’ultim’ora, ma che la precarietà dei rapporti e le condizioni di lavoro sono difficili in partenza. Se poi aggiungiamo le conseguenze dell’utilizzo dei voucher, ma soprattutto la questione degli appalti, che in Toscana hanno iniziato a prendere piede in modo più evidente da una decina di anni, possiamo affermare che è in atto una gigantesca destrutturazione del mondo agricolo.

La Flai Cgil di Siena sta cercando da tempo, sia attraverso la contrattazione sia mediante iniziative di ricerca e protocolli sulle buone pratiche, di intervenire per arginare questo fenomeno. Un risultato importante lo abbiamo ottenuto di recente con l’azienda Avignonesi, con la quale abbiamo siglato il “Protocollo d’intesa per la promozione della salute, sicurezza ed ergonomia nelle lavorazioni agricole in appalto”, che si ispira a un testo già validato nel 2012 dalla Commissione consultiva permanente nazionale (intitolato “La buona pratica di Casole d’Elsa”). Firmato nell’aprile scorso presso il Comune di Montepulciano, coinvolge non solo il sindacato /Flai Cgil di Siena e di Arezzo), l’impresa titolare e l’azienda appaltatrice, ma anche tutti i soggetti facenti parte del Polo per la promozione della salute della Provincia di Siena (tra cui l’Asl 7, l’Inail, la Direzione territoriale del lavoro e la Provincia, oltre alle associazioni di categoria e alle organizzazioni sindacali) e della Provincia di Arezzo (Inail, Asl 8, Direzione territoriale lavoro ed ente provinciale).

Il protocollo impegna i firmatari, mediante una serie di adempimenti elencati in modo molto preciso, a controllare che ai lavoratori delle aziende appaltatrici sia garantito il maggior livello di sicurezza e igiene sul lavoro, anche attraverso percorsi di formazione specifici. Prevede, ad esempio, un dettagliato decalogo di azioni e di adempimenti, a partire da quelli in capo all’azienda appaltatrice: fornire i nominativi dei lavoratori interessati (e di Rls, Rspp, medico competente e addetti al pronto soccorso), indicare il numero delle ore lavorate e degli infortuni accaduti, produrre copia del Documento unico di valutazione dei rischi interferenti.
 

 

Riteniamo, in conclusione, che possa essere un piccolo passo per invertire la rotta, e siamo soddisfatti di registrare che, a distanza di pochi mesi, abbiamo notizia di altre aziende interessate alla sottoscrizione. Nell’anno dell’Expo dedicato all’alimentazione, da un territorio che ha prodotti d’eccellenza, sarebbe importante che arrivasse il segnale che dietro un vino di qualità (e in generale, dietro un cibo di qualità) c’è un lavoro di qualità.

* segretaria generale Flai Cgil Siena