"Esprimiamo preoccupazione per la mancata applicazione di quanto stabilito nell’accordo firmato il 5 giugno con l’assessorato all’Ambiente in merito alla situazione di crisi di Lazio Ambiente". Così, in una nota, la Cgil di Roma e del Lazio.

"La vertenza - continua la nota - insiste in un territorio, quello di Collleferro, sottoposto già in passato a un importante impatto ambientale causato da una molteplicità di fattori tra i quali la presenza di industrie pesanti. Le ricadute sulla salute dei cittadini residenti sono state negli anni gravi. Per questo occorre che su questioni delicate come il ciclo dei rifiuti, per la stretta relazione che esse hanno con la sostenibilità ambiente e la salute pubblica, l’attenzione da parte delle istituzioni sia massima. Riteniamo importanti le azioni definite e concordate nell’accordo, consapevoli che i temi da affrontare siano due e abbiamo pari dignità e importanza: per quanto riguarda il primo, quello ambientale, abbiamo l’obbligo di promuovere azioni che riscrivano la storia del territorio, riducendo i fattori di inquinamento e avviando un processo di riqualificazione industriale e ambientale; per quanto concerne il secondo, quello occupazionale/industriale, dobbiamo avviare un processo sostenibile del ciclo dei rifiuti che permetta il raggiungimento, nel più breve tempo possibile, delle percentuali di raccolta differenziata previste dalla legge, creando occupazione di qualità".

"Per tutte queste ragioni - incalza il sindacato - ci preoccupa l’inerzia della Regione. Nell'incontro convocato per l'8 agosto con l'assessorato allo Sviluppo economico e le attività produttive e l'assessorato all’Ambiente e ai rifiuti chiederemo si dia avvio a un processo di riqualificazione del territorio, garantendo un presidio pubblico per l’intero ciclo dei rifiuti che sia sostenibile e impatti meno possibile sull'ambiente. Chiederemo inoltre che le risorse stanziate dal Mise, dal Por 2014-2020 e e dal bilancio regionale vengano indirizzate proficuamente. Chiederemo infine alla Regione di impegnarsi ad allargare la platea dei comuni coinvolti nel progetto di consorzio anche allo scopo di evitare il rischio, ormai troppo vicino e concreto, di infiltrazioni nel panorama degli appalti del territorio, con i conseguenti rischi per la legalità e la salute che nel passato si sono concretizzati in danni concreti".