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“Il mercato del lavoro italiano fatica a consolidare una crescita dell’occupazione stabile, a causa anche di un sistema produttivo che non sempre affronta le nuove sfide, a partire da quelle tecnologiche, attraverso investimenti in innovazione ricerca e lavoro di qualità”. Lo afferma la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti.
Per la dirigente sindacale “il boom dei contratti a termine (+28%) e il calo di quelli indeterminati (-1,7%) nel 2017, così come rilevato oggi dall’Osservatorio Inps sui lavoratori dipendenti, evidenziano le debolezze di un sistema che scarica solo sul lavoro la necessaria gestione della flessibilità richiesta dal mercato, spesso affrontata con ripetuti rinnovi di contratti precari”.
“Crescita, sviluppo e capacità di innovare il sistema produttivo non possono prescindere - sottolinea Scacchetti - da un forte investimento sul lavoro stabile e di qualità, e sulla valorizzazione e qualificazione delle professionalità”. “In questo contesto - conclude la segretaria confederale - risultano ancor più allarmanti le ultime dichiarazioni del ministro Centinaio sulla volontà di allargare l’utilizzo dei voucher nel turismo, un settore in cui il nostro Paese dovrebbe scommettere con serie politiche di investimento”.
I dati dell'Osservatorio Inps mostrano un calo dei posti di lavoro stabili, e una crescita di quelli a termine. Nel 2017, sottolinea l'Osservatorio, sono aumentati del 4,1% (in totale 15.306.007) solo grazie al forte aumento dei lavoratori a termine, passati dai 2.718.875 del 2016 a 3.479.439 nel 2017 (+27,9%). I dipendenti a tempo indeterminato hanno invece registrato un calo dell'1,7% (da 11.598.482 a 11.406.556).
La retribuzione media è stata di 21.535 euro con una media di 243 giornate retribuite. Con riferimento alla distribuzione per qualifica, nel 2017 è prevalente la componente degli operai che con 8.509.445 lavoratori rappresenta il 55,6% del totale contro il 36,9% degli impiegati, il 3,4% degli apprendisti, il 3% dei quadri e lo 0,8% dei dirigenti. Da rilevare la variazione positiva, rispetto al 2016, degli apprendisti (+12,4%) favorita anche dalla conclusione delle agevolazioni contributive previste per le assunzioni a tempo indeterminato e per le trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato effettuate nel 2016.