"Giungono da varie regioni italiane, ed in particolare dalla Sardegna, notizie allarmanti circa il mancato rispetto di sentenze dei tribunali, sezioni lavoro, da parte di Trenitalia", - denuncia in una nota il deputato PD, Guido Melis, secondo il quale - "in diversi casi recenti il giudice del lavoro, occupandosi di licenziamenti della Società Italia Spa, evidente articolazione di Trenitalia, – cosa tra l’altro illegale a norma della Legge 1369 del 1960 - ha stabilito il pieno reintegro nello stipendio e nelle mansioni dei licenziati senza però che ciò avvenga".

"Trenitalia," – aggiunge Melis – "si limita in realtà ad ottemperare solo per quanto riguarda la parte economica ma rifiuta di adempiere per ciò che concerne le mansioni. A Sassari, per esempio, una impiegata di biglietteria, da anni promossa con un note personali ineccepibili, si vede proporre, se vuole tornare al lavoro così come il giudice ha deciso, la retrocessione alle mansioni della pulizia dei locali. "

"Una vicenda questa" – conclude il deputato PD- "che richiama da vicino il caso dei tre operai della Fiat di Melfi, licenziati e reintegrati dal giudice ma mantenuti dall’azienda fuori da ogni attività produttiva. C’è però una differenza, in questo caso: che Trenitalia è un’azienda partecipata dallo Stato, e quindi a maggior ragione non dovrebbe potersi permettere di pagare dei lavoratori senza farli lavorare. Ci domandiamo se il caso non dovrebbe interessare la Corte dei conti. Più in generale, è inaccettabile che in uno Stato di diritto le aziende, per di più parapubbliche, possono prendersi gioco delle sentenze dei giudici."