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“Marta è diventata suo malgrado il simbolo delle lavoratrici e dei lavoratori cui nessuno dà voce. Per questo l’abbiamo scelta, perché noi di Marta ne conosciamo parecchie ed abbiamo raccolto la loro richiesta di raccontare le loro storie di tutti i giorni, liberandole dagli slogan ad effetto”. Lo spiega Maria Grazia Gabrielli, la segretaria generale della Filcams Cgil (il sindacato dei servizi, del terziario e del turismo).
La campagna della Filcams lancia la sfida e invita a “spogliarsi dell’ideologia per vestirsi di diritti”: il tono scanzonato non inganni, le storie di queste ragazze e di questi ragazzi sono vere, sono quelle che ogni giorno la Filcams incrocia nella sua attività di tutela e di contrattazione. Storie reali che raccontano di condizioni di lavoro difficili, spesso drammatiche e di tanta precarietà diffusa che non consente alcun progetto di vita.
“Come hashtag di riferimento della campagna è stato individuato #martatelecanta, proprio perché siamo convinti”, sostiene Gabrielli, “che sia inaccettabile continuare ad utilizzare strumentalmente i lavoratori come icona mediatica. A Marta ed ai tanti lavoratori del terziario deve essere finalmente riconosciuto il diritto di esprimere e descrivere in prima persona quali siano le reali condizioni di lavoro dei nostri settori”.
Sono stati realizzati alcuni video, diffusi mediante social network e sul sito web della categoria, e altri ne arriveranno quotidianamente da tutta Italia, prodotti da lavoratrici e lavoratori che la Filcams rappresenta, insieme a materiale grafico coordinato.
La Filcams mette in campo senza pregiudizi la forza della sua rappresentanza, fatta di giovani, migranti, donne e uomini di tutte le età e di tutte le condizioni, che incontriamo ogni giorno, più volte al giorno.
Le Marta sono nei bar a servire i caffè del mattino, sono nelle scuole a pulire le aule, sono davanti alla banche a fare servizio di sorveglianza, le Marta sono nelle case degli anziani a fare assistenza, sono nei fast food e nei supermercati a sorridere ai clienti, sono a rifare i letti negli hotel, sono negli studi degli avvocati e nei luxury outlet, le Marta sono negli uffici e nei call center, le Marta sono nei musei e nei palazzi della politica, le Marta lavorano o vorrebbero lavorare senza dover perdere diritti e dignità.
Ognuno di loro lancia la sfida a persone più o meno comuni e a personaggi noti e meno noti, della politica, del giornalismo, delle imprese, con l’intenzione, non certo celata, di spogliarsi provocatoriamente dell’ideologia per vestirsi di diritti.
La campagna rientra tra le iniziative organizzate in preparazione della mobilitazione nazionale del 25 ottobre indetta dalla Cgil a Roma: 'Lavoro, dignità, uguaglianza per cambiare l'Italia' sono le parole d'ordine della giornata, per la quale sono attese le lavoratrici e i lavoratori da tutta Italia.