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Ci sono paesi in cui lavorare è davvero difficile, in cui i diritti sindacali sono un miraggio, in cui non si ha alcuna garanzia di sicurezza, in cui si muore per delle rivendicazioni. Negli ultimi 30 anni l'International Trade Union Confederation (Csi-Ituc), la confederazione internazionale dei sindacati, ha raccolto dati dettagliati sulla violazione dei diritti sindacali in tutto il mondo. Ma è solo oggi che, per la prima volta, pubblica un rapporto sui diritti violati negli ultimi 12 mesi.
Le cifre diffuse dall'Ituc sono state attentamente verificate e inserite in un libello di facile lettura, in modo che, come fanno sapere dalla stessa confederazione, “ogni governo e le imprese possano valutare che cosa le loro leggi e le catene di approvvigionamento hanno determinato”.
Il rapporto, così, appare come una minuziosa fotografia del mondo del lavoro globale. E in alcuni casi, i dati che rivela fanno davvero impressione. L'anno scorso, i governi di almeno 35 paesi hanno arrestato o imprigionato lavoratori come “tattica per resistere a richieste di diritti democratici, salari dignitosi, condizioni di lavoro più sicure e posti di lavoro”. In almeno 9 paesi omicidio e la scomparsa dei lavoratori sono stati comunemente usati per intimidire i lavoratori. I lavoratori di almeno 53 paesi sono stati licenziati o sospesi per aver tentato di negoziare migliori condizioni di lavoro. E ancora, le leggi e le pratiche di almeno 87 paesi escludono per alcuni lavoratori il diritto di sciopero .
“Mai come questo momento – avvertono dall'Ituc - il potere delle imprese è stata così grande. Questi risultati dimostrano che quasi ogni paese può migliorare il trattamento dei lavoratori. Infatti, soltanto la Danimarca ha ricevuto un punteggio perfetto in tutti i 97 indicatori di diritti fondamentali”.
“Paesi come la Danimarca, ma anche come l'Uruguay hanno aperto la strada attraverso leggi sul lavoro decisive" ha detto il segretario generale Ituc Sharan Burrow. " Il livello di sviluppo di un paese non assicura che vengano rispettati i diritti fondamentali di negoziazione collettiva, sciopero per condizioni dignitose, o semplicemente il diritto di iscriversi ad un sindacato".
Secondo il Rapporto dell'Ituc, i peggiori paesi in cui lavorare sono la Repubblica centrafricana, la Libia, la Palestina, la Somalia, il South Sudan e il Sudan, oltre che la Siria e l'Ucraina. Tra i 18 migliori, invece, oltre ai già citati Danimarca e Uruguay, e a molti paesi europei, ci sono anche il Sud Africa, le Barbados, il Montenegro e il Togo. Pure l'Italia è in questa lista, in cui le violazioni dei diritti sono solamente “saltuarie”.