Sviluppo, lavoro, ambiente. Sono le parole chiave della Cgil Puglia per l’azione sindacale da mettere in campo nel 2017. Parole che trovano una declinazione nel documento politico programmatico che sarà presentato a Taranto il 10 gennaio alla presenza del segretario generale Susanna Camusso nel corso di un’assemblea regionale che si terrà presso il PalaMazzola a partire dalle ore 10.

“Abbiamo scelto Taranto perché rappresenta il paradigma di quale modello di sviluppo si vuole dare alla Puglia. Emblematiche le  emergenze connesse all’Ambiente a partire dalla salute dei cittadini, al futuro produttivo dell’Ilva, con quel che significa in termini di bonifica e ambientalizzazione, abbattimento delle emissioni nocive e risposte occupazionali per gli oltre 12mila operai impiegati nel siderurgico – spiega il segretario generale della Cgil pugliese, Pino Gesmundo –. Ma ogni provincia presenta particolarità, debolezze e punti di forza del sistema economico e sociale che reclamano interventi e soluzioni mirate. Abbiamo allora voluto raccordare le principali istanze dei territori in un unico documento programmatico regionale, che rendiamo pubblico alla presenza dei tanti delegati e  sottoponiamo all’attenzione dei nostri interlocutori istituzionali e sociali. Un documento che discende dal documento programmatico per lo sviluppo del mezzogiorno  Laboratorio Sud della Cgil nazionale, strutturato poi in varie declinazioni con i piani del lavoro provinciali elaborati da tutte le Camere del Lavoro della nostra regione”.

"Una traccia di lavoro, un perimetro con delle direttrici che – afferma Gesmundo – consentirà a noi di lavorare a un progetto armonico e condiviso, in cui ogni territorio troverà gli spazi per elaborare proprie piattaforme e costruire vertenze per lo sviluppo e l’occupazione. Un documento di largo respiro che abbiamo condiviso con le nostre strutture e risultato di una intensa fase di confronto che la Segreteria e i Dipartimenti della Cgil Puglia hanno tenuto nei mesi scorsi con i territori. La finalità è quella di dare un contributo allo sviluppo della Puglia e del Mezzogiorno. Documento che è stato sottoposto al contributo di tecnici e del mondo accademico che ne hanno apprezzato la concretezza delle proposte la lungimiranza delle analisi. Un documento a disposizione di politica e istituzioni per un confronto serio e di merito”.

Nel corso dell’assemblea del 10 gennaio a Taranto, dopo l'illustrazione della piattaforma da parte del segretario generale della Cgil Puglia, si alterneranno sul palco i responsabili delle sei Camera del Lavoro della regione e interventi di delegate e delegati, giovani e pensionati. Sono previsti tra gli altri i contributi del Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, del Presidente di Confindustria, Domenico Favuzzi, del Rettore dell’Università di Bari, Felice Uricchio, dell’economista Francesco Prota. A chiudere i lavori per le ore 12.30 sarà l’intervento di Susanna Camusso.

Il segretario generale della Cgil sarà poi impegnata nel pomeriggio in un'altra iniziativa della Cgil che si terrà a Lecce. Alle 17 inaugurerà nel quartiere San Pio lo Spazio Diritti, un luogo per il Coworking, aperto alla platea di giovani, lavoratori precari e con partite Iva per tutelarne i diritti. Subito dopo Susanna Camusso parteciperà alla conferenza pubblica “Nuovi lavori, nuovi diritti – per tutelare giovani, precari e partite Iva” che si terrà nell’Aula magna dell’ex Ateneo dell’Università del Salento, a Palazzo Codacci Pisanelli. “Sempre più – spiega Gesmundo – abbiamo la necessità di aprire spazi di protagonismo e confronto giovanile, le vittime di una precarizzazione selvaggia del mercato del lavoro, costretti a scegliere tra voucher o emigrare. E a noi a differenza del ministro Poletti sta a cuore che i nostri giovani, risorsa intellettuale e sociale, possano qui mettere a frutto le loro capacità, intelligenze, conoscenze. Un popolo di precari che vogliamo rappresentare sempre più e meglio, motivo che ha spinto la Cgil e promuovere una proposta di legge di iniziativa popolare che riunifichi i diritti di chi lavora a prescindere dal tipo di rapporto, e tre referendum per cancellare alcune mostruosità introdotte nella legislazione del lavoro”.