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Politiche per il lavoro: una discussione a carattere generale “senza alcuna indicazione delle risorse a disposizione, in particolare per gli interventi che dovranno trovare risposta nella legge di Stabilità”. Così in una nota molto articolata Tania Scacchetti, segretaria confederale della Cgil, e Rosario Strazzullo, coordinatore dell’area contrattazione della confederazione di corso d’Italia commentano l’incontro del 5 settembre. Secondo quanto affermato dal ministro Poletti, le risorse economiche saranno possibili solo dopo la presentazione della nota di aggiornamento al Def. Per questo, spiegano i sindacalisti, “abbiamo unitariamente rimarcato la necessità di esprimere un giudizio compiuto una volta che saranno anche disponibili le risorse a disposizione e in relazione agli altri capitoli di intervento: il rinnovo contratto pubblico impiego, la vertenza sulla previdenza, il welfare e la sanità, le misure fiscali”. La Cgil comunque apprezza “la volontà e la disponibilità al confronto sulle scelte da intraprendere”. Il confronto pertanto va avanti e proseguirà con tavoli di approfondimento su tematiche specifiche Di seguito, per punti, i temi sui quali si è discusso.
Politiche attive
Per quanto riguarda i Centri per l’impiego, si legge nel documento, “il ministro ha evidenziato l’impegno a chiudere in breve tempo l’accordo con la Conferenza Stato Regioni per trasferire il personale alle dipendenze delle Regioni, stabilizzare i precari e procedere con il Piano di rafforzamento dei Cpi con 1.600 unità aggiuntive grazie alle risorse del Pon Spao e del Pon Inclusione. L’accordo dovrebbe riguardare anche la definizione dei decreti sui livelli essenziali delle prestazioni, l’accreditamento e le risorse economiche”. La seconda questione riguarda l’assegno di ricollocazione. Su questo punto il Governo ha espresso nuovamente la volontà di passare da una fase sperimentale a una strutturazione della misura, “ma ha aperto alla disponibilità di fare un approfondimento sulle diverse criticità riscontrate in questi mesi, non ultima l’assenza di coordinamento con le Regioni, con l’obiettivo di rendere più credibile l’offerta congrua e coinvolgendo maggiormente gli operatori del sistema delle politiche attive”. Il terzo capitolo di cui si è discusso è relativo alla proposta di Cgil, Cisl, Uil e Confindustria di attivare un assegno di ricollocazione attivabile nella gestione anticipata dalle crisi. Un tema complessa, rispetto al quale l’idea del governo non coincide del tutto con quella del sindacato.. Per la Cgil, infatti, occorre “evitare il rischio che lo strumento sia utilizzato dalle imprese per indebolire il ruolo sindacale nelle procedure di riorganizzazione e collegare la discussione a quella sugli ammortizzatori sociali, evidenziando come oggi le imprese abbiano maggior vantaggio a licenziare che non a riorganizzare con strumenti conservativi”.
Giovani e occupazione
Su questo capitolo il ministro Poletti ha espresso la volontà del Governo di agire su diversi fronti, non pensando cioè a un’unica misura a sostegno della occupazione ma ad una pluralità di interventi che abbiano al centro la valorizzazione del contratto a tempo indeterminato e una migliore connessione tra i sistemi di istruzione e formazione e il mondo del lavoro. Queste, come riportano Scacchetti e Strazzullo, le proposte: decontribuzione mirata per i giovani, avvio della nuova fase del programma Garanzia giovani, stabilizzazione degli incentivi sull’apprendistato duale, potenziamento degli Its, costruzione di strategie comuni con Mise e Miur e l’ipotesi di introdurre una misura sulla formazione quale il credito di imposta. “Sulla decontribuzione è stata introdotta l’idea di uno strumento permanente nel tempo, uno sgravio della durata di due o tre anni, indicativamente del 50 per cento per i giovani. È ancora aperta la discussione sull’età che il Governo punta ad avere il più alta possibile (32-35 ). Sull’ipotesi di una riduzione strutturale del cuneo fiscale, per tutti i nuovi assunti, indipendentemente dalla età, non c’è all’orizzonte ancora nessuna possibilità. Il ministro ha poi confermato la volontà, non precisata nella strumentazione, di voler legare alla decontribuzione una norma che impedisca il licenziamento al termine degli sgravi”.
Sull’utilizzo di questi strumenti la Cgil ha espresso forti dubbi: se non collegati a politiche di investimento e di creazione della domanda di lavoro e a coerenti investimenti in campo della istruzione e della formazione, si rischia una sorta di “cannibalismo”, per esempio sull’apprendistato. Non solo: “Valorizzare il lavoro a tempo indeterminato significa per noi anche tornare indietro rispetto alla totale liberalizzazione del tempo determinato e operare un intervento forte e serio sull’abuso dei tirocini e degli stage”.
Ammortizzatori sociali
Poletti è stato chiaro: disponibilità a ragionare su singole problematicità, ma nessuna modifica strutturale dell’impianto definito della legge 148. Due i temi sollevati dai sindacati: i limiti del Fis (il Fondo di integrazione salariale) e la necessità di modificare, ampliandone possibilità di utilizzo e limiti temporali, la cassa integrazione straordinaria. “Abbiamo segnalato in particolare – si legge nell’analisi – la difficoltà nelle aree di crisi non complessa e il fatto che con la cassa si può evitare che si scarichi tutto sulla Naspi o sull’Assegno di ricollocamento, con evidente aumento della tensione sociale”. “Su queste tematiche – spiegano Scacchetti e Strazzullo – registriamo come organizzazioni sindacali tensioni e riorità differenti, ma abbiamo segnalato comunque in modo unitario la necessità di un ragionamento che flessibilizzi maggiormente gli strumenti possibili e che sia certo è utilizzabile per le piccole e medie imprese”. Per il momento, conclude il report, “abbiamo riscontrato una importante apertura nei confronti del Fis su cui si attiverà un confronto specifico e il ministro, pur ribadendo l’impossibilità dal suo punto di vista di un intervento generalizzato per tutti come avvenuto l’anno scorso sulle aree di crisi complessa, ha detto di essere disponibile a una riflessione”.