“Preoccupa ancora lo stato di salute del nostro mercato del lavoro sia per la quantità che per la qualità dell'occupazione. Due dati impressionanti su tutti: solo poco più di un quarto dei giovani con meno di trent'anni lavora, e prosegue la dissoluzione del lavoro stabile”. Così in una nota la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti commenta i dati dell'Osservatorio sul precariato Inps.
“Seppur in costante ripresa, l'occupazione continua a essere fragile e non strutturale, come dimostrato anche dalla crescita percentuale delle cessazioni dei rapporti di lavoro. Inoltre, anche i dati di oggi descrivono un disagio occupazionale sottodimensionato, poiché - spiega la dirigente sindacale - negli indici di disoccupazione non vengono considerati né i sottoccupati né gli inattivi, che così come calcolato dalla Fondazione di Vittorio nella sua ultima indagine porterebbero il tasso di disoccupazione potenziale quasi al 20%”.
Secondo Sacchetti “la qualità del lavoro è sempre più minata dall'esplosione dei tempi determinati e dalla riduzione degli indeterminati, un andamento che dimostra come le risorse spese per la decontribuzione non hanno determinato l’effetto sperato, ma solo occupazione temporanea. Crediamo che le risorse debbano essere spese prioritariamente per investimenti pubblici e privati se si vogliono generare nuove opportunità di crescita occupazionale”.
“Infine - conclude Scacchetti - se fosse vero, come sostiene l’Inps, che la crescita vigorosa dei contratti a chiamata a tempo determinato è conseguenza della momentanea eliminazione dei voucher, ciò confermerebbe la nostra tesi: esistono già molte forme di lavoro subordinato, alternative ai ‘buoni’, che riescono a coprire le necessità delle imprese e contemporaneamente offrire i giusti diritti e le giuste tutele alle lavoratrici e ai lavoratori”.