"Un aumento che è nella fisiologia storica dei posti non coperti, in gran parte posti nuovi o in procinto di diventarlo. Basti pensare che negli anni pre crisi la percentuale era pari a circa l’1%”. Lo afferma il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, in merito ai dati diffusi oggi dall’Istat sui posti vacanti sul totale dell’industria e dei servizi che ha registrato, nel quarto trimestre dell’anno, un incremento dello 0,6%.
"Naturalmente in tempo di crisi ogni possibilità deve essere al massimo sfruttata", osserva il dirigente sindacale secondo il quale "può esserci un problema di mancanza di personale specializzato per quelle mansioni, non è dato conoscere né la qualità del lavoro né il tempo di rapporto di lavoro offerto, ma trattandosi di imprese sopra i 10 addetti molte avrebbero la capacità di formarlo".
Secondo Fammoni "però probabilmente l'offerta riguarda occasioni di lavoro precarie, non garantite e spesso a basso reddito, come i dati sulle assunzioni obbligatorie dimostrano. In Italia - ricorda il sindacalista - nel corso dello scorso anno l'80% delle persone è stato assunto con un contratto temporaneo e con caratteristiche che troppo spesso non hanno a che fare con le proprie competenze e i propri studi. Non si tiri quindi in ballo, per commentare questi dati, il problema della disponibilità delle persone, ma si affrontino - conclude - i problemi strutturali dell'occupazione italiana".
Lavoro: Cgil, aumento posti vacanti è fisiologico
Fammoni: "L'offerta riguarda occasioni di lavoro precario, quindi non si tiri in ballo la disponibilità delle persone. Bisogna affrontare i problemi strutturali"
22 marzo 2011 • 00:00