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La Camera ha approvato oggi (9 marzo) il disegno di legge recante misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale. Il ddl passa ora all'esame del Senato. Il provvedimento, nelle intenzioni dell'esecutivo, contiene misure volte a favorire "l'articolazione flessibile" nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato.
Le modifiche nel ddl lavoro autonomo e lavoro agile "sono poche e decisamente insufficienti". È il primo commento del responsabile della Consulta delle professioni della Cgil nazionale, Cristian Perniciano. "Non si vuole negare l'importanza del provvedimento nel suo complesso - spiega il sindacalista -, e tuttavia nell'iter legislativo la Cgil aveva più volte fatto notare alcune mancanze ed alcune criticità anche gravi".
Tra i punti che non convincono, per il sindacato c'è "l'inclusione tra i destinatari dei collaboratori coordinati e continuativi che, specie a causa delle nuove norme sulla maternità, rischiano di vedere arretrare le proprie tutele. Peraltro alcuni diritti che sono stati introdotti sono, già alla nascita, delle 'armi spuntate'. Pensiamo all'obbligo della forma scritta, difficilmente rivendicabile, e alla sospensione dei rapporti di lavoro in caso di malattia grave, infortunio o maternità, diritto che è subordinato all'interesse del committente".
Continua inoltre a non essere quantificato il “congruo preavviso”. Così Perniciano: "Nulla si prevede sull'equo compenso, nessun ammortizzatore per le partite Iva in difficoltà, nessun aumento dell'indennità di malattia né facilitazioni per l'accesso al welfare contrattuale. Sulla parte relativa al lavoro agile non sono state accolte le nostre richieste, in realtà molto ragionevoli, sull'obbligo di contrattazione collettiva e diritto alla disconnessione".
Il testo contiene anche punti positivi, sottolinea la Cgil. "Accogliamo con soddisfazione l'avere eliminato la subordinazione al vincolo di parentela per le eventuali sostituzioni per maternità, sostituendole con il riconoscimento della professionalità e la fiducia del professionista".
Più complesso il giudizio in merito alla stabilizzazione della Dis-coll e all'estensione delle prestazioni per i professionisti. "In entrambi i casi - osserva - si tratta di prestazioni che vanno ad arricchire un sistema di tutele molto ridotto. Avere reso la Dis-coll strutturale, e averla estesa anche ad assegnisti e dottorandi è una vittoria dei sindacati, specie di università e ricerca, in particolare della Flc Cgil che da anni ne aveva richiesto l'estensione a queste figure. Sparisce inoltre - aggiunge - la perenne spada di Damocle della ricerca delle risorse e del provvedimento ad hoc per accedere a questo (seppur minimo) ammortizzatore sociale per i parasubordinati".