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Con l’approvazione del ddl lavoro autonomo "si dimostra la volontà di costruire un sistema di tutele e diritti per il mondo dei professionisti autonomi e freelance, un fatto importante. Restano, tuttavia, alcune mancanze e criticità gravi, come già più volte abbiamo segnalato durante l'Iter parlamentare". È quanto dichiarato dalla segretaria confederale della Cgil, Tania Scacchetti, dopo il via libera definitivo del Senato al ddl sul lavoro autonomo e agile.
Secondo la Cgil, si tratta di un’opportunità che poteva essere meglio sfruttata. "Infatti - sottolinea - rimangono alcune criticità: dall’inclusione nella platea dei destinatari dei collaboratori coordinati e continuativi, che rischiano di vedere arretrare le proprie tutele reali soprattutto in tema di maternità, all’assenza di strumenti di tutela per i soggetti più deboli del lavoro autonomo, quali equo compenso, sostegno al reddito, diritti sindacali”.
La Dis-coll viene riconosciuta anche ad assegnisti di ricerca e dottorandi, inoltre, "ma poiché vi è contemporaneamente un aumento delle aliquote, sarebbero necessari correttivi per ridurle nel breve termine, o per avere maggiori e nuove tutele a parità di versamento”. Per la dirigente sindacale “è importante il riconoscimento del lavoro agile come modalità di svolgimento di quello subordinato, ma è un errore non averlo ricondotto direttamente al sistema della contrattazione collettiva”. A tal proposito "è stata la contrattazione collettiva, nazionale, aziendale o territoriale, a permettere la concreta attuazione dello smart working, che può essere davvero un’importante opportunità per ripensare l’organizzazione del lavoro, tenendo conto sia delle esigenze di flessibilità delle imprese che di conciliazione dei dipendenti”.
Sul lavoro agile è necessario riprendere e affrontare alcuni temi come il diritto alla disconnessione, alla salute e sicurezza e all'apprendimento permanente. La Cgil chiede quindi “che venga subito istituito un tavolo tecnico permanente sul lavoro autonomo, per aprire un confronto volto a superare quelle che per noi sono le criticità del provvedimento. Infine - conclude - crediamo che la nostra proposta di legge sulla Carta dei diritti universali del lavoro possa rappresentare una soluzione per far sì che i diritti siano in capo ai lavoratori, indipendentemente dalla tipologia e dalla natura del rapporto di lavoro”.