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“Un arcipelago di precarietà, con oltre mezzo milione di lavoratori interinali e una miriade di contratti temporanei di ogni genere e tipo”. È quanto denuncia il segretario generale Nidil Cgil, Claudio Treves, in un’intervista rilasciata a RadioArticolo1, annunciando il presidio che si tiene oggi (mercoledì 13 dicembre) a Roma, alle ore 15.30, in piazza Montecitorio, per sostenere gli emendamenti proposti dal sindacato alla legge di bilancio del 2018. Provvedimenti che riguardano lavoratori come gli ex Lsu che operano nelle segreterie delle scuole, i ricercatori degli Irccs e Izs, gli addetti di Anpal Servizi, i collaboratori delle attività sportive, oppure questioni da tempo in agenda ma ancora non risolte, come il miglioramento delle prestazioni assicurate dalla gestione separata Inps o le norme relative al lavoro in somministrazione.
“La situazione è preoccupante: il governo parla di occupazione in ripresa e crisi finita, ma gli ultimi dati Istat, Inail e Inps ci dicono che il 30 per cento dei contratti non dura neanche due giorni, per la precisione 1,4 giorni lavorati”, spiega il segretario Nidil. E c’è di più: “Un mese fa abbiamo fatto assieme all’Inail la prima rilevazione pubblica sugli infortuni, scoprendo una correlazione significativa sull’uso di psicofarmaci e ansiolitici, direttamente legata alla brevità dei rapporti di lavoro, che rende il quadro veramente problematico. Se io precario, per giunta con una paga assai esigua, a fine settimana non so mai se il lunedì tornerò a lavorare, è evidente che questo diventa fonte di stress e tensione drammatica”. La crisi, dunque, non è finita: “Negli ultimi tre anni abbiamo recuperato un milione di posti di lavoro, ma il 75 per cento di questi è precario. Abbiamo avuto contezza di essere tornati ai livelli occupazionali del 2008, ma c’è il 6 per cento in meno di ore lavorate”.
Bisogna allora dare vita a una grande stagione di stabilizzazioni, a partire da quelle nella pubblica amministrazione. “Chiediamo, anzitutto, che il personale scolastico, che dal 1999 lavora nelle segreterie con contratti annuali reiterati di collaborazione, sia stabilizzato”, dice ancora Treves, rimarcando così il primo tema della manifestazione di oggi a Roma. “Dal 1° gennaio prossimo, inoltre, scatta il divieto previsto dal decreto Madia di stipulare contratti di collaborazione da parte della pubblica amministrazione” aggiunge l’esponente sindacale: “Una disposizione giusta, che vieta l’ipocrisia di contratti di collaborazione mascherati da rapporti di lavoro subordinati. A questo punto, però, è necessario che le pubbliche amministrazioni governino l’operazione di stabilizzazione, altrimenti molte migliaia di collaboratori si ritroveranno disoccupati”.
Nel luglio scorso vi era stato un impegno in tal senso da parte del ministero dell’Istruzione. Quando però si è trattato di proporre la misura nella legge di bilancio “il ministero dell’Economia si è messo di traverso, sostenendo che non si poteva procedere verso la regolarizzazione, perché avrebbe dato la stura a chissà quali disastri”. Ma la questione non finisce qui: “Il ministero, però, si è ‘dimenticato’ di vigilare laddove il Senato ha disposto, con il consenso della Ragioneria generale dello Stato, la trasformazione di 519 operatori scolastici di Palermo in lavoratori dipendenti. Cosa hanno di diverso i segretari palermitani dal resto del mondo, per cui una misura va bene per loro ma non si può fare per tutti gli altri? La risposta ‘andreottianamente’ malevola, ma probabilmente azzeccata, è che quell'emendamento è stato proposto da un importante componente della maggioranza di governo, che altrimenti minacciava di andarsene, e quindi questo ha consigliato in Parlamento di fare come le famose tre scimmiette”. Nidil chiede dunque al ministero dell’Istruzione di riproporre il provvedimento a carattere strutturale: “Ecco perché siamo in piazza Montecitorio a vigilare che questo accada e abbiamo inviato a tutti i componenti della commissione Bilancio il nostro pacchetto di proposte, oltre che al presidente della commissione Lavoro, Cesare Damiano, che spesso dichiara di essere a fianco delle istanze che rappresentiamo”.