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Si ferma Italo. Oggi, infatti, è il giorno dello sciopero nazionale di 8 ore di tutto il personale di Ntv. Lo stop è il primo nella compagnia che ha avviato le attività nel 2012, ed è stato indetto unitariamente dalla Filt Cgil, con Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl TAF e Fast Ferrovie, a seguito della procedura di licenziamento collettivo per 246 lavoratori, quasi il 25% dell'organico.
Il personale incrocia le braccia dalle 10 alle 18. "Nel corso degli incontri che si sono tenuti nel mese di marzo - spiega la Filt Cgil - tutti i sindacati erano disponibili a fare l'accordo sul contratto di solidarietà per due anni poi l'azienda, alzando l'asticella per giungere ad un accordo, ha posto come pregiudiziale il blocco dell'aumento del costo del lavoro per i prossimi sette anni per poi procedere ai licenziamenti collettivi. Una decisione inaccettabile tra l'altro in contraddizione con i piani di rilancio di cui l'azienda parla."
Ntv, in una nota, fa presente che sul sito aziendale "è stata pubblicata la lista con l'elenco completo dei treni garantiti. Ntv sta provvedendo a comunicare la soluzione di viaggio alternativa ai clienti prenotati sui treni soppressi per lo sciopero".
Il segretario nazionale della Filt Alessandro Rocchi, nei giorni scorsi aveva affermato: “Parlano di piano di sviluppo e vogliono licenziare circa il 25% dei dipendenti. La contraddizione risulta talmente evidente che il piano di sviluppo appare davvero infondato”. Secondo quanto riferisce Rocchi Ntv “non ha mai finora avviato le procedure di licenziamento collettivo e quindi non è vero che sono state sospese per dare spazio al negoziato. Negli ultimi 15 giorni – spiega il segretario nazionale della Filt – Ntv ha alzato l’asticella per fare l’accordo: sul contratto di solidarietà tutti i sindacati erano disponibili a discutere fin dallo scorso autunno e la moratoria sul costo del lavoro per almeno cinque anni appare tra le proposte aziendali il 17 marzo scorso e – sottolinea infine Rocchi- l’accordo di solidarietà per tre anni non esiste nella legislazione italiana”.
“Come sindacato – avevano infine sostenuto le sigle che aderiscono allo sciopero – non possiamo sottoscrivere accordi contrari alla legge e neppure subire ricatti e rimaniamo disponibile a proseguire il confronto sulla base degli elementi effettivamente utili alla soluzione della crisi aziendale e al mantenimento dei livelli occupazionali e del reddito dei lavoratori”.