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Il 90 per cento degli insegnanti inglesi vive una situazione di stress. Amano il proprio lavoro, ma avvertono che sta diventando un peso troppo forte da sopportare, con conseguenze negative sulle condizioni di salute e sulla vita sociale. A dirlo è la ricerca " Affrontare lo stress lavoro-correlato attraverso lo sciopero bianco" (Tackling work related stress through action short of strike action), realizzata dal National union of teachers (il sindacato inglese degli insegnanti), presentata ai primi di settembre a Malta nel corso del terzo seminario dell' European trade union institute (Etui), il centro di ricerca e formazione della Confederazione dei sindacati europei.
" Lo studio è molto importante, perché pone l' attenzione su una situazione sovrapponibile a quella italiana, ossia di un aumento del carico di lavoro anche al di fuori della permanenza in aula" spiega Marco Bottazzi, coordinatore medico-legale dell' Inca Cgil nazionale, in una conversazione con RadioArticolo1. " Si ritiene erroneamente - continua - che il lavoro degli insegnanti si esplichi solo in aula, legato quindi alle ' famose' 18 ore settimanali. Non si considerano invece tutte le attività che gli insegnanti svolgono al di fuori di quell' orario, e ormai sempre di più , soprattutto alla luce delle modifiche del sistema scolastico, della concorrenza tra scuole, della necessità di fornire sempre maggiore appeal al proprio istituto" .
Gli insegnanti inglesi dedicano al lavoro fino a 60 ore a settimana. E per tanti sta diventando un peso troppo forte da sopportare
I dati della ricerca sono davvero preoccupanti. Il 90 per cento del campione afferma di vivere (o di aver vissuto negli ultimi due anni) una condizione di stress, mentre la quasi totalità (96,5 per cento) che questa condizione ha conseguenze negative sulla propria vita familiare. L' 81,5 per cento, inoltre, ritiene che questo eccessivo carico di lavoro impedisca di avere tempo per attività extra lavorative, limitando quindi i rapporti con gli amici e il sereno svolgimento di una vita sociale. In particolare, gli insegnanti affermano che il loro tempo di lavoro va dalle 7.30 di mattina alle 18 per tutti i giorni della settimana, e che lavorano anche la domenica, visto che debbono prepararsi le lezioni per il giorno seguente.
Nel complesso, gli insegnanti inglesi dicono di dedicare al lavoro 59,3 ore a settimana nella scuola primaria e 55,6 ore nella scuola secondaria. Malgrado tutto questo impegno, riprende Bottazzi, tutti gli intervistati " dicono di voler lavorare, di amare il proprio lavoro, per quanto stia diventando un peso troppo forte da sopportare, al punto da spingerli a volerlo lasciare" . Un aspetto che ritroviamo " in un' analoga indagine fatta in Svezia, dove è abbastanza diffuso invece che i docenti insegnino per un certo numero di anni e poi passino a lavori meno impegnativi" .
Un altro elemento stressivo segnalato dagli insegnanti inglese proviene dai social network: " Sono sempre di più - conclude il coordinatore medico-legale dell' Inca Cgil nazionale - le offese, gli insulti, le derisioni degli insegnanti sui social network da parte sia degli allievi sia dei genitori. Questo ha ripercussioni negative, specie nelle realtà più piccole, anche sulla vita sociale dei docenti. In Italia non abbiamo ancora verificato questo specifico aspetto, ma le nostre indagini ci dicono che la parte più difficile del lavoro dei nostri professori è quella del rapporto con genitori e familiari degli allievi" .