"La Cgil ha il dovere di costruire in tempi rapidissimi una proposta chiara e condivisa dal suo gruppo dirigente sulle questioni che attengono al lavoro e alla coesione sociale: una per tutti, la riforma degli ammortizzatori sociali, che la Confederazione ha già avanzato, ma non ha ancora avuto modo di discutere direttamente con il governo. Questa e altre idee devono essere sostenute dovunque, a cominciare dai luoghi di lavoro, e portate nelle piazze nel quadro della mobilitazione che ci prepariamo ad avviare". Così Elena Lattuada, segretaria generale della Cgil lombardia, intervenuta a "Speciale cambiare il paese da protagonisti: come sta e dove va la Cgil", trasmesso in diretta stamattina da Radioarticolo1 (qui il podcast).
"Sulla discussione attorno al contratto a tutele progressive e all'articolo 18 – ha sottolineato Lattuada –, mi colpisce il fatto che, leggendo i tre giornali più importanti del Paese, come Il Corriere della Sera, la Repubblica e il Sole 24 ore, non appare mai la posizione della Cgil e delle organizzazioni sindacali più in generale. Penso che questo sia un problema per noi, prima ancora che per una corretta informazione nel Paese: è un problema per noi, perchè ovviamente tale disconoscimento di ruolo, di parola e di posizione è una fatica aggiuntiva che abbiamo nel rapporto con le persone, a partire dai sei milioni di iscritti che rappresentiamo, oltre alle pluralità di persone che vorrebbero conoscere le nostre decisioni in merito, magari solo per criticarle".
"Per quanto riguarda la Lombardia – ha detto la dirigente sindacale –, da sempre Regione–guida del Paese, per via dell'alta percentuale di occupazione e di avviamenti al lavoro, sia pure a termine, nonchè per i bassi tassi di povertà, la crisi ha mutato il quadro, causando un elemento di divisione tra lavoratori, giovani, pensionati. Come Cgil, in termini di insediamento stiamo recuperando terreno e il nostro livello di consenso è alto. Lo constatiamo ogni volta che facciamo le elezioni delle Rsu, e misureremo il peso della nostra rappresentanza nei prossimi mesi nel pubblico impiego".
"E, sempre a proposito di Regione Lombardia – ha aggiunto Lattuada –, mi colpisce il fatto che nello stesso tempo in cui il Governo Renzi non ci riceve nemmeno, il Governatore Maroni abbia deciso di confrontarsi e di fare accordi con organizzazioni di rappresentanza come la nostra, non solo in materia di lavoro e di ammortizzatori sociali, cosa che generalmente tutti hanno fatto, Formigoni compreso, ma anche su temi spinosi come quelli del sistema dei servizi e della sanità. Potremmo forse dire che si è rivoltato il mondo, dove il centrodestra agisce alla stregua di un governo di centrosinistra. Per questo, metteremo alla prova la Giunta regionale sfidandola su due temi per noi fondamentali, ma che sono da sempre un tabù e un elemento di discriminazione costante per la Lega: la condizione dei cittadini stranieri e la procreazione assistita".
"A proposito di contrattazione – ha rilevato ancora Lattuada –, a me preoccupa l'ultimo documento di Confindustria, non solo perchè in qualche misura sconfessa l'accordo recente sul Testo unico sulla rappresentanza, rivalutando accordi separati di passate stagioni, ma anche perchè depotenzia fortemente il contratto nazionale, lasciando in piedi solo quello aziendale: Così facendo, il rischio è di creare una divisione tra lavoratori forti e lavoratori deboli, ovvero tra coloro che hanno il ccnl e coloro che non ce l'hanno, con ripercussioni negative all'interno dello stesso sindacato, se per sindacato si intende un soggetto che tenga insieme le persone, a cominciare dai diritti e a prescindere dal colore della pelle, dall'età, dal sesso".
Lattuada (Cgil Lombardia): sul lavoro, proposta chiara e condivisa
18 settembre 2014 • 00:00