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“Il settore metalmeccanico è la fotografia precisa del nostro sistema industriale. Ci sono situazioni positive, aziende che in questi anni hanno investito, e ci sono quelle negative, i casi in cui anziché investire, le aziende hanno scelto di usare la leva della precarietà, della competizione sulla riduzione dei costi e che quindi ora hanno difficoltà molto serie. Il quadro non è mai stato diversificato come adesso. Per quello che ci riguarda, stiamo invitando e sfidando le imprese a investire sul lavoro, su nuovi modelli organizzativi e quindi sul coinvolgimento dei lavoratori e del sindacato come soggetti capaci insieme di affrontare questa situazione”. Così Maurizio Landini, segretario generale della Fiom, ai microfoni di RadioArticolo1 (qui il podcast).
Un discorso a tutto campo, il suo, in cui si è parlato delle tante vertenze in campo a partire da Fincantieri in cui c'è una battaglia sindacale sul rinnovo del contratto aziendale. “Si trova di fronte a una prospettiva di lavoro per i prossimi anni - osserva Landini - ma continua a dire che per competere bisogna aumentare gli orari e abbassare i salari. C'è un problema in quel settore, in particolare nel sistema degli appalti”. Quanto al caso Whirlpool, nonostante gli investimenti da 500 milioni e il rientro delle produzioni, si va verso la chiusura di due stabilimenti, Torino e Carinaro, ed è già in calendario lo sciopero generale del gruppo il 12 giugno. “Abbiamo detto all'azienda - sottolinea il leader delle tute blu - che valutiamo positivamente gli investimenti che si fanno in Italia, ma proprio per questo abbiamo posto il tema di trovare le soluzioni necessarie per impedire la chiusura di stabilimenti”.
Nei prossimi mesi, poi, prenderà il via il negoziato sul contratto nazionale dei metalmeccanici. “Abbiamo di fronte mesi impegnativi e complicati e per questo riteniamo che sia necessario proseguire rapidamente la mobilitazione che abbiamo aperto. Il tema per i metalmeccanici, e per tutto il sindacato italiano, è come si supera quella divisione, quella frantumazione nel lavoro e nei diritti determinata in questi anni”. Per questo motvio c'è l'impegno a “mettere assieme tanti soggetti diversi e affrontare temi che prima venivano affrontati sono tra 'gli addetti al lavoro'. I problemi del lavoro, per esempio, non riguardano solo i dipendenti delle imprese dell'industria, così come quelli della scuola non toccano solo insegnanti o studenti. Credo che sia necessario avere una visione complessiva”.
Tutte considerazioni alla base dell'Assemblea nazionale della Coalizione sociale del 6 e 7 giugno a Roma: “Ha proprio questo significato: voler rimettere al centro questioni importanti come il diritto al lavoro, alla salute e all'istruzione, ma anche la difesa dei beni comuni come base per un nuovo modello di sviluppo che sia rispettoso dell'ambiente. Questo, dal nostro punto di vista, vuol dire che varie associazioni, soggetti, persone, movimenti e sindacati debbono mettersi assieme per avere una visione di insieme, individuare obiettivi e pratiche perché il rischio in questa fase è che ognuno venga lasciato da solo di fronte al suo problema”.