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FIRENZE - “Frenata delle assunzioni a tempo indeterminato con la diminuzione degli incentivi, aumento patologico della peggiore precarietà con il boom dei voucher”. È quanto emerge dall’analisi dei dati macroeconomici del primo trimestre e dalle previsioni per la Toscana su dati Promoteia, elaborati dall'Ires regionale. Dati che non inducono all'ottimismo. Nel dettaglio, le assunzioni subiscono un calo di circa 10.000 posizioni equivalenti a un -12% rispetto al dato relativo allo stesso periodo del 2015. La contrazione riguarda soprattutto proprio i nuovi contratti a tempo indeterminato (sui quali si era concentrata la maggiore attenzione politica) che subiscono un calo del 33,2%.
Minore diminuzione – ma sempre diminuzione – subiscono i nuovi contratti a tempo determinato con un – 0,3%. Aumentano i contratti di apprendistato (+3%) ma anche le trasformazioni da tempo determinato a indeterminato subiscono un calo di 1995 posizioni pari a – 25,6%. La congiuntura del mercato del lavoro è ulteriormente deteriorata per la situazione dei voucher lavoro. La crescita di questo istituto di avviamento al lavoro pone la Toscana fra i primi posti della classifica italiana. A marzo 2016 sono stati acquistati 2.195.000 voucher, erano 1.431.000 nello stesso periodo del 2015 (+53.4% con 46.5% l'aumento medio nazionale). Erano solo 767.407 nello stesso periodo del 2014.
Osserva Dalida Angelini, segretaria generale della Cgil Toscana: “Più di tre anni fa la Cgil ha presentato il suo Piano per il Lavoro, tre anni sono tanti, ma la situazione è sempre quella, o il governo vara un intervento straordinario fatto di investimenti pubblici e privati o il paese non riparte e la Toscana pure. I dati della ripartenza non ci sono. Fin da subito per ridare fiato ai consumi interni una cosa semplice semplice potrebbero farla le nostre controparti pubbliche e private, rinnovando i contratti con qualche euro in più in busta paga. Sul già fatto, per occuparci di casa nostra, ricordiamo che Piombino è sulla strada giusta, l'accordo di programma per Livorno però deve trovare gambe per marciare e soprattutto deve trovare risorse per non lasciare migliaia di persone senza reddito alla fine degli ammortizzatori. Sul tanto da fare penso all'accordo di programma per l'area di Massa Carrara, dove un settore, quello del marmo prospera arricchendo pochi a spese dei più e della sicurezza”.
In questi giorni, aggiunge, “stiamo esaminando esaminando il Prs (Piano Regionale di Sviluppo) della Regione: l'analisi da cui parte la Regione è condivisibile, noi abbiamo riscontrato alcune debolezze sulle questione della qualità del lavoro e dell'occupazione. Nel Pian,o il tema del lavoro è affidato quasi esclusivamente al progetto Giovani Sì, che certo è importante ma vorremmo aprire una discussione su quanta occupazione di qualità sia riuscito a produrre. Chiediamo poi un potenziamento del rapporto tra scuola e lavoro e di puntare sulle infrastrutture: ad esempio, perché nella zona di Massa Carrara e Lucca non si creano condizioni migliori per far lavorare il marmo in loco e tenere lì la ricchezza? Questo, senza dimenticare il tema della trasparenza e della sicurezza sul lavoro. Infine, va introdotto il tema del credito, assente nel Prs: la Toscana è l'epicentro della riorganizzazione del sistema bancario, per questo chiediamo alla Regione di aprire un tavolo sul credito”.