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“Non siamo mai stati interessati a un dibattito che sta nel chiuso dei gruppi dirigenti. Il nostro intento è stato, fin dal primo momento, quello di produrre uno sforzo politico organizzativo straordinario, per decuplicare, centuplicare il numero delle assemblee e mettere in campo unitariamente una strategia di ascolto con coloro che rappresentiamo, capace alla fine del percorso di portare a una sintesi unitaria”.
Nino Baseotto, segretario confederale della Cgil e responsabile nazionale dell’organizzazione, riassume in questi termini la campagna su fisco e pensioni di Cgil, Cisl e Uil, che ha preso il via nel mese di luglio con le prime assemblee nei luoghi di lavoro, chiamate a esaminare, discutere ed eventualmente integrare la bozza di documento – approvata lo scorso 10 giugno dagli esecutivi unitari delle tre confederazioni – con al centro i due delicatissimi temi. Ora, entro la fine di settembre, i sindacati faranno una sintesi dell’esito delle assemblee e convocheranno di nuovo gli esecutivi unitari per il varo formale della piattaforma. Da quel momento in poi, il governo sarà chiamato direttamente in causa.
Rassegna Baseotto, il primo dato su cui ti inviterei a ragionare è quello della gestione unitaria della vertenza.
Baseotto Non c’è dubbio che in questi ultimi anni i rapporti tra i sindacati hanno vissuto momenti di grande difficoltà e tensione. Difficoltà che comunque non hanno impedito un’azione di tenuta unitaria in tante realtà territoriali e di categoria. Penso alle migliaia di vertenze in cui insieme si sono contrattati gli ammortizzatori sociali, si sono contrastate le crisi aziendali, si è salvaguardata l’occupazione. Una situazione magmatica, dove però il dato dominante è stato di sostanziale allontanamento delle posizioni espresse dalle tre organizzazioni. La bozza di piattaforma che è attualmente sottoposta all’ascolto e all’arricchimento da parte delle assemblee di lavoratori e pensionati è il frutto di un lavoro complesso, il risultato di una serie di incontri che sono partiti subito dopo il nostro congresso nazionale di Rimini.
Rassegna Ha insomma ragione Susanna Camusso quando dice che fisco e pensioni sono due temi che uniscono i lavoratori e che, di conseguenza, non possono vedere in alcun modo le organizzazioni sindacali marciare in ordine sparso…
Baseotto Certo, si tratta di temi rispetto ai quali è difficile dividersi, anche considerando il fatto che sono gli stessi lavoratori e pensionati a chiederci al riguardo delle strategie unitarie. Per questo trovo che sia particolarmente fuorviante la rappresentazione che, proprio sui temi del fisco e delle pensioni, alcuni organi di stampa fanno dell’attività sindacale.
Rassegna A cosa ti riferisci?
Baseotto Si rappresentano Camusso, Bonanni e Angeletti uniti nella difesa di interessi corporativi. Si fa finta di non vedere che Cgil, Cisl e Uil hanno trovato un punto di unità importante su un’ipotesi rivendicativa che attiene a temi fondamentali per la vita e le condizioni economiche e sociali di milioni di persone. Quello che noi in sostanza proponiamo è semplice: più certezze sull’età pensionabile e una prospettiva previdenziale per i giovani, mentre sul versante del fisco chiediamo che tutte le risorse recuperate dalla lotta all’evasione vadano alla riduzione dell’imposizione fiscale su lavoro dipendente e pensioni e al sostegno delle politiche di sviluppo. Non ci vuole un Nobel per l’economia per capire che ci stiamo muovendo per costruire una proposta di innovazione in questo paese, con buona pace di chi ci dà dei conservatori.
Un’innovazione che evidentemente parte dalle esigenze di chi sta al lavoro e di chi sta in pensione, cioè parte dalle esigenze del corpo maggioritario di questo paese, non da quelle di qualche gruppo finanziario o assicurazione o banchiere particolarmente intraprendente. Non è questione di rivendicare i bei tempi passati: ci si deve rendere conto che il dialogo sociale, nella chiave in cui è interpretato in tutta Europa, è un elemento costitutivo della vita democratica. Io credo che un governo sia ancora più forte se abbandona la tentazione della presunzione di un rapporto diretto con il proprio elettorato; se interloquisce con i corpi intermedi, che non vuol dire solo il sindacato, ma anche le associazioni degli imprenditori. Nessuno rivendica diritti di veto, chiediamo semplicemente che ci sia un approccio moderno con le organizzazioni della rappresentanza sociale, un approccio che in Europa si chiama dialogo sociale.
Rassegna Cosa emerge dalle assemblee in corso? Quali sono le principali richieste dei lavoratori?
Baseotto Emergono le cose che erano state evidenziate anche dalle nostre assemblee congressuali: nel mondo che noi rappresentiamo, c’è una ferita aperta e ancora percepita come dolorosa, che si chiama pensioni, e c’è una richiesta forte di interventi di redistribuzione del reddito e della ricchezza, che sono non a caso i due punti che noi abbiamo identificato come cardine della nostra piattaforma.