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Hanno viaggiato l'intera notte. Sono partiti ieri (21 gennaio), poco dopo la mezzanotte, da Lamezia Terme, hanno fatto tappa a Cosenza, per poi puntare diritti a Roma. Erano in 54, tanti quanti sono i posti disponibili su di un autobus. Una 'piccola' delegazione di lavoratrici e lavoratori del call center Infocontact, con varie sedi in Calabria, in rappresentanza di 1.800, lavoratrici e lavoratori, che in questi giorni abbiamo conosciuto per la loro intensa mobilitazione virtuale: #1800senzafuturo.
Sono 'saliti' a Roma solo coloro che non erano di turno o che erano in solidarietà per 'presidiare' la sede del ministero dello Sviluppo Economico dove oggi si è tenuto un tavolo di trattativa sulla vertenza Infocontact. Un appuntamento che gli stessi lavoratori hanno raggiunto grazie al lavoro che sui social media - twitter e facebook su tutti - hanno messo in campo in questi ultimi giorni. Hanno infatti lanciato un hashtag (#1800senzafuturo) e hanno letteralmente invaso la rete con le loro foto e con le loro richieste d'aiuto. Foto che li ritraevano spesso sul posto di lavoro, ancor più spesso in compagnia dei loro figli, delle loro famiglie. Messaggi forti e strazianti per sottolineare come questa, come tutte le altre vertenze, porti con sé un carico di aspettative che guarda al futuro. E non c'è altro al mondo che possa rappresentare il futuro se non lo sguardo di un bambino.
Non è la prima volta che ciò accade (per citare solo l'ultima basta ricordare i #262acasa, ovvero i 262 dipendenti di Accenture della sede di Palermo) ma questa volta la rete ha reagito. In diversi, infatti, hanno risposto alle loro sollecitazioni, a partire dal segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, per arrivare allo showman Rosario Fiorello, dando vita a cascata a una gara di solidarietà che ha investito il mondo della politica e dello spettacolo. Un lavoro che ha prodotto questi primi risultati: un faro acceso su di una vertenza, cruciale in un territorio martoriato del Sud; la conseguente convocazione del tavolo al Mise; e, soprattutto, la proroga della commessa Wind per altri quattro mesi che dà respiro e ancora un po' di tempo per la ricerca di una soluzione.
E' una vertenza molto complessa quella di Infocontact. L'azienda è infatti in amministrazione straordinaria dopo una dichiarazione di insolvenza, si parla di un passivo di oltre 65 milioni, che porta con sé una procedura di acquisizione di tutta, o parte di essa, che dovrebbe risolversi il 2 febbraio, giorno in cui verranno aperte le buste della gara di assegnazione. Al momento quattro sono le manifestazioni e, anche se solo ufficiosamente, si tratterebbe dei colossi del settore: Almaviva Contact, Bpo Comdata, Call & Call e Abramo customer care. Il tutto mentre molte commesse si sfilano, il che ha degli effetti diretti con la procedura di acquisizione: chi mai, infatti, prenderebbe un'azienda senza più commesse? Ma è anche una vertenza che parla di appalti, e di una normativa da cambiare, come la Cgil sostiene nella sua campagna, e di contratti di solidarietà da finanziare. È una vertenza che più in generale parla di nuovo lavoro, da tutelare, e di Mezzogiorno, da non abbandonare.
Ecco perché oggi erano in tanti al Ministero di Via Veneto. Hanno aspettato un'intera mattinata, sotto la pioggia, in attesa che il tavolo, alla presenza del sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova, finisse. Hanno srotolato striscioni, attaccato bandiere, indossato le loro magliette: 'Siamo incazzati neri? #1800senzafuturo'. Poco dopo l'una è Alberto Oligato, Rsu Slc Cgil di Infocontact, ad informarci dello stato della trattativa al termine dell'incontro. “Dopo la dichiarazione di insolvenza dell'amministratore delegato di Infocontact, l'azienda è andata in amministrazione giudiziale. Solo da qualche mese, da fine novembre, in amministrazione straordinaria”, riepiloga il delegato sindacale che, sull'esito del tavolo, prosegue: “Oggi c'è stato il secondo incontro per definire la vertenza Infocontact e il futuro delle 1.800 persone, e relative famiglie, impegnate in questa azienda. Abbiamo registrato un primo stato di avanzamento perché a breve si conosceranno i nomi delle aziende che hanno, e se hanno, presentato un'offerta vincolante. Ci siamo riaggiornati al 12 febbraio, data entro la quale dovremmo saperne di più”. Inoltre, aggiunge, “si è discusso di contributi di solidarietà, visto che i lavoratori non hanno ancora ricevuto quanto gli spetta del 2014, e si è parlato della mantenuta di tutto il perimetro occupazionale”. Così come più in generale, in linea con le richieste contenute nella campagna della Cgil sugli appalti, tra i temi del tavoli il come limitare le gare al massimo ribasso e l'incentivazione selvaggia e, soprattutto, il recepimento della direttiva europea 23 del 2001 che garantisce la continuità occupazionale in seguito di cambio di titolarità dell'appalto.
Quanto alla solidarietà da erogare, ci spiega 'basito' invece Daniele Carchidi, segretario generale della Slc Cgil Calabria: “Oggi la Bellanova ci ha detto che stanno lavorando per recuperare i soldi del contributo di solidarietà del 2014. Lavorando? Ancora? La questione ci preoccupa e di certo le parole del sottosegretario non ci hanno rassicurato”.
Michele Azzola, segretario nazionale della Slc Cgil, anche lui presente al tavolo, fa invece sapere della “preoccupazione espressa alla Bellanova che le gare indette dai commissari per rilevare l'azienda, o parte di essa, vadano deserte in parte per la mancanza di commesse, che nel frattempo si sfilano, e in parte in attesa che Jobs Act e incentivi all'occupazione della legge di Stabilità entrino in vigore”. L'incontro, insomma, pare essere stato interlocutorio, in attesa di quello decisivo e convocato per il prossimo 12 febbraio, che ci dirà anche dell'esito dell'apertura delle buste. Tempo adesso di rientrare, molti di quelli oggi a Roma stasera hanno il turno di lavoro: non hanno perso la speranza, c'è ancora voglia di lottare, di garantire sì un futuro ai 1.800.