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Una finanza utile al lavoro. Ovvero come gestire il denaro per favorire occupazione, diritti e ambiente. È questo il tema dell’iniziativa organizzata per oggi, 28 febbraio, a Roma da Banca Etica. L’appuntamento è per le 10.30 presso il Centro Astalli, sala Assunta, via degli Astalli 17. Previsti gli interventi di ospiti importanti, tra i quali il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, e il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. Parlerà anche un ex sindacalista dei lavoratori tessili americani, Keith Mestrich, che oggi guida la Amalgamated Bank, la più grande banca sociale statunitense.
I LUPI DI WALL STREET
Il temine finanza, nell’immaginario collettivo, è diventato negli anni quasi sinonimo di speculazione a favore dei grandi investitori e di guai per la gente comune. Le scelte dell’alta finanza e le spregiudicate operazioni di Borsa si sono trasformate in troppe occasioni in problemi sociali molto pesanti: dai licenziamenti e chiusure di aziende fino alla perdita di tutti i risparmi in caso di fallimenti e vendite spregiudicate o crolli dei titoli a causa appunto delle speculazioni finanziarie decise a tavolino. La diffidenza nei confronti di tutto il sistema è aumentata progressivamente, ma del credito nessuno può fare a meno.
LE BANCHE DIVERSE
Alla luce degli scandali e delle tante crisi finanziarie, si sono sviluppate negli anni esperienze alternative. E oggi finalmente – sulla spinta dell’opinione pubblica e di alcuni investitori istituzionali, tra cui anche i sindacati di alcuni Paesi europei e nordamericani – anche la finanza tradizionale inizia a porsi queste questioni, aprendo la strada a un maggiore ottimismo senza trascurare la necessità di vigilare contro il rischio di greenwashing. Ma accanto a questo i fenomeni più interessanti sono cresciuti nell’ambito della finanza etica e responsabile. In Italia l’esempio più importante è proprio quello di Banca Etica.
IL QUARTO PILASTRO
In un recente articolo il direttore generale di Banca Etica, Alessandro Messina, intervistato anche dal Giornale Radio Sociale alla vigilia del convegno di Roma (https://www.giornaleradiosociale.it/extra/alessandro-messina-direttore-di-banca-etica/), ha spiegato che “la prospettiva della finanza etica può diventare quel quarto pilastro che oggi manca nella previdenza complementare italiana. Una prospettiva di sviluppo, di occupazione, di benessere economico che non può e non deve mai essere scisso da quello sociale e ambientale. Per rimettere la finanza al servizio dell’economia. Per dare valore al patto intergenerazionale implicito che c’è in ogni sistema previdenziale, anche privato. Per creare le condizioni in cui, grazie al positivo innesto di risorse finanziarie su un sistema produttivo sano, si crei nuova occupazione e tutte e tutti, ma proprio tutte e tutti, possano ragionevolmente attendersi, un giorno, una vera pensione”.
IL SISTEMA DEI FONDI PENSIONE
Il sistema dei fondi pensione italiani ha delle potenzialità enormi. Alla fine del 2018, la previdenza complementare raccoglieva complessivi 7,953 milioni di iscritti: il 4,9 per cento in più dell’anno precedente, anche se per ora ci si attesta solo sul 34% degli occupati (e il 22% della forza lavoro potenziale, se calcolata in ipotesi di un tasso di occupazione pieno). Dei 16 miliardi di euro complessivi di contributi versati nel 2018, 2,5 miliardi di euro dipendono da lavoratori non dipendenti (16%).
UN MERCATO CHE SI CONCENTRA
Sono 398 le forme pensionistiche complementari attive a fine 2018, suddivise in: 33 fondi pensione negoziali, che aggregano il 37% degli iscritti e il 30% delle risorse gestite; 43 fondi pensione aperti (18% degli iscritti e 12% delle risorse); 251 fondi pensione preesistenti (8% degli iscritti e 36% delle risorse), ossia 170 fondi autonomi (provvisti di soggettività giuridica) e 81 fondi gestiti all’interno di singole aziende (tipicamente bancarie o assicurative) per i propri dipendenti; 70 piani individuali pensionistici di tipo assicurativo (Pip) cosiddetti “nuovi” (39% degli iscritti e 18% delle risorse).
INVESTIMENTI PER UNA NUOVA ECONOMIA
In altri Paesi, soprattutto in quelli di cultura anglosassone, si sono sviluppate importanti esperienze di utilizzo delle risorse accumulate dai lavoratori nei fondi pensione per indirizzare le scelte dell’economia. In Italia è un tema che si discute da anni, ma che non ha avuto ancora una grande storia. Eppure in vari contesti la Cgil ha rilanciato proposte in questa direzione e l’attuale segretario generale, Maurizio Landini, si è sbilanciato già molte volte con proposte dirette all’opinione pubblica, ma soprattutto al governo e ai decisori politici. Di esempi di crisi aziendali e di necessità di riconversione dei prodotti si potrebbe fare una lista troppo lunga per questo articolo. L’importante però è dare il via. E chissà se l’incontro tra realtà che finora non si erano parlate direttamente come la Cgil e Banca Etica possa essere foriero di altre tappe.