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Dalle 7 di questa mattina sono scattate 24 ore di sciopero all'Ilva di Genova dopo l'incidente mortale di ieri nel siderurgico di Taranto, vittima un operaio di 28 anni. In campo, con la protesta, anche il secondo sito siderurgico italiano, mentre a Taranto lo sciopero, cominciato ieri alle 11 e che coinvolge su iniziativa dei sindacati sia i diretti sia l'indotto, andrà avanti sino alle 15 di oggi. Stamattina presto davanti ai cancelli dell'Ilva di Taranto c'era anche il padre di Angelo Fuggiano, la vittima di ieri, che ha ricevuto l'abbraccio e la solidarietà di tanti lavoratori. Alle 17.30 di oggi, inoltre, su decisione dei sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil, in tutti i porti italiani ci sarà un fermo di cinque minuti con il suono delle sirene delle navi (l'incidente mortale è avvenuto nell'area portuale dello stabilimento).
“Sono sconsolata dai silenzi di Confindustria e della politica. Con Cisl e Uil stiamo pensando a uno sciopero sulla sicurezza e a una piattaforma unitaria”, ha annunciato ieri il segretario generale della Cgil Susanna Camusso. Le tre confederazioni hanno poi lanciato “una vasta campagna di assemblee in tutti i luoghi di lavoro, da realizzarsi a partire dalla prossima settimana, con l’obiettivo di definire piattaforme aziendali in materia di sicurezza, che le categorie potranno sostenere anche attraverso due ore di sciopero a partire dai settori più colpiti, come ulteriore forma di denuncia e di mobilitazione”. È quanto si legge in una nota unitaria di Cgil, Cisl e Uil.
Sempre nella giornata di oggi, braccia incrociate due ore in tutto il settore metalmeccanico del Veneto. È la decisione di Fiom, Fim e Uilm dopo i recenti fatti di cronaca: prima il gravissimo incidente di domenica scorsa alle Acciaierie Venete di Padova; poi la morte di un operaio della nettezza urbana, sempre a Padova, travolto da un autobus di linea durante il lavoro; infine il decesso di un altro lavoratore, dipendente di una ditta di appalto di Treviso, morto sul lavoro in un cantiere navale a La Spezia. “È un’interminabile catena di morti sul lavoro che in questi mesi ha funestato il Veneto e il paese, occorre fermarla al più presto – scrivono i sindacati dei metalmeccanici – per garantire il diritto alla salute e alla sicurezza”. Il prossimo 22 maggio Rsu e Rls delle aziende metalmeccaniche del Veneto daranno vita a un presidio a Venezia (Palazzo Balbi, sede della Regione), in occasione dell’incontro previsto con l’assessorato al Lavoro e alla Sanità del Veneto e con lo Spisal regionale sui temi della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Il presidio avrà inizio a partire dalle ore 8.30.