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Soddisfazione per il fatto che l’articolo 1 del ddl sulla “buona scuola” sia stato cambiato radicalmente, ma non basta. Così Gianna Fracassi, segretario confederale della Cgil, nel suo intervento su RadioArticolo1 nel corso di “Italia Parla (qui il podcast)”. “Così mutato – ha detto – recupera una parte importante delle nostre richieste ed esplicita la finalità che la scuola deve avere di di cercare di colmare le disuguaglianze. Un’altra parte importante è quella che riguarda l'innalzamento dei livelli di istruzione e di competenze e, infine, il riferimento alla collegialità, alla cooperazione e a un'autonomia scolastica. Il punto, però, è che questi cambiamenti non possono stare soltanto nell'articolo 1, quindi in una semplice indicazione di finalità. Se il resto del ddl non è coerente serve a poco. Questo abbiamo detto ieri (28/4, ndr) nel nostro incontro con i parlamentari. Se davvero questi sono gli obiettivi che ci si vuol porre, e secondo noi sono importanti, anche tutto il resto deve cambiare. A partire dal ruolo della dirigenza, degli organi collegiali; va recuperato quell'elemento di collegialità e di cooperazione che caratterizza il lavoro nella scuola”.
Fracassi è intervenuta anche sulla contestazione subita nei giorni scorsi dal ministro Giannini nel corso della festa dell’Unità: “La contestazione non è stata estemporanea. Sono mesi che insegnanti e personale Ata chiedono di essere ascoltati e di portare la propria esperienza: esattamente quello che il ministro non ha fatto. Se la consultazione sbandierata dal governo fatta fosse stata vera, e se davvero si fosse poi tradotta all'interno del ddl, non ci troveremmo di fronte, dopo sette anni, allo sciopero generale del prossimo 5 maggio. Questo è stato il gravissimo errore: non comprendere e cercare di sminuire il ruolo non soltanto delle rappresentanze ma soprattutto di chi lavora nella scuola. Definire ‘squadristi’ coloro che pongono con forza dei problemi è un segno di grande debolezza e arroganza”.
Stessa arroganza dimostrata nello spostamento delle prove Invalsi al dal 5 al 6 maggio come tentativo di depotenziare lo sciopero. “Si è tentato di fare un'operazione furba che però non riuscirà e i lavoratori risponderanno con i fatti – ha detto la sindacalista –. Bene ha fatto dunque la Flc Cgil ha inviare formale diffida. In ogni caso se l'operazione politica che si vuole mettere in campo è quella di tentare di piegare le ragioni dello sciopero solo e esclusivamente alle prove Invalsi, vuol dire che non si è capito assolutamente niente del disagio profondo dei lavoratori”. Un disagio e una voglia di partecipazione che travalica anche il confine dei lavoratori visto che, ha concluso Fracassi, “anche gli studenti saranno in piazza il 5 maggio insieme agli insegnanti”.