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Il giro d'Italia mette in bella mostra la bellezza della provincia italiana, tirata a lucido per il passaggio della corsa rosa e attraversata come sempre solcando le strade provinciali, quelle stesse di competenza delle Province, intese questa volta come istituzione. Per questo i lavoratori e le lavoratrici delle Province, insieme ai sindacati di categoria, impegnati da mesi in una lotta a difesa dei servizi e del lavoro, hanno scelto di “usare” il giro per dare visibilità alla loro protesta, nota come #SenzaProvince. È accaduto oggi, 13 maggio, in occasione della quinta tappa, da La Spezia ad Abetone, tra la Liguria e la Toscana. Si sono mobilitati all'alba, bardando gli ultimi dieci chilometri della corsa con il loro marchio distintivo: #SenzaProvince. Si sono arrampicati in cima all'Abetone, il comune appenninico in provincia di Pistoia.
Non solo, come sempre, hanno invaso i social network, twitter e facebook, postando immagini dei loro striscioni, inserendosi nel thread, nella discussione, che si genera dietro l'hashtag #giro, associando a questo il loro marchio: #SenzaProvince. Il tutto 'taggando' gli account di riferimento: @giroditalia e @Gazzetta_it.
Continua così, instancabilmente, la protesta dei lavoratori e delle lavoratrici delle Province nei confronti di quel processo di riordino istituzionale, noto come legge Delrio, che tra caos normativo e tagli pesantissimi sta determinando riflessi inevitabili sui lavoratori stessi nonché sui servizi ai cittadini. Per questo, per rendere visibile la loro protesta, e al tempo stesso il valore del loro lavoro, hanno srotolato striscioni e manifesti e li hanno mostrati ai ciclisti impegnati e agli spettatori, per spiegare, anche e soprattutto a chi seguendo il giro non conosce il loro prezioso lavoro, che senza la cura di quelle strade, il giro giunto alla sua 98° edizione non sarebbe possibile.
“Diamo continuità al percorso unitario sulla vertenza delle Province e delle Città metropolitane dopo la manifestazione dell'11 aprile scorso”, spiega il segretario nazionale della Fp Cgil, Federico Bozzanca, che aggiunge: “Con questa iniziativa, e con altre che a breve metteremo in campo, continuiamo a sollecitare le regioni e il governo stesso affinché si realizzi quel processo di riordino istituzionale garantendo la tenuta dei servizi ai cittadini e i livelli occupazionali, e retributivi, dei lavoratori coinvolti”.
Ma come si è sviluppata questa ingegnosa protesta? Ce lo racconta Andrea Mucci della Fp Cgil e coordinatore delle Rsu della Provincia di Pistoia. “Ci siamo alzati stamattina intorno alle 5,30 per andare all'Abetone - racconta Mucci - abbiamo posizionato lungo la strada gli striscioni fatti con lenzuola e spray dove si ribadiva la nostra preoccupazione, dietro le parole 'Senza Province' e 'Lottiamo per i servizi', mentre in piazza all'Abetone abbiamo apposto il nostro striscione storico, lo stesso che abbiamo sulla sede della Provincia, proprio sulle finestre dell'ufficio del turismo”.
Una protesta che ha generato curiosità e solidarietà. “All'inizio - continua Mucci - quando abbiamo tirato fuori gli striscioni in molti, incuriositi, ci hanno chiesto per cosa stessimo manifestando. Quando abbiamo spiegato loro la chiusura a breve delle Province, il rischio che stiamo correndo, insieme al destino dei servizi che offriamo, sono rimasti interdetti. Molti ancora non sanno e non riescono a rendersi conti di ciò che sta per accadere”. Hanno registrato qualche difficoltà con l'entourage del giro - erano diversi infatti gli striscioni contro le politiche di questo governo lungo il tracciato - che deve 'gestire' le istanze del paese reale contro la storia 'rosa' che il giro narra.
“L'informazione fa di tutto per bloccare questa protesta ma noi domani ricominciamo, saremo alla partenza a Pistoia per continuare a dare corpo a questa nostra protesta”. Insomma, il giro passa ma i lavoratori di #SenzaProvince non si fermano.