Giovedì 29 settembre si festeggia il 110° compleanno della Cgil. Con una festa in piazza del Popolo a Roma, preceduta dalla consegna delle firme per la legge di iniziativa popolare sulla Carta dei diritti universali del lavoro alla presidente della Camera Boldrini. Il sindacato, così, offre alle istituzioni, al Paese, una risposta concreta alle tante diseguaglianze del mondo del lavoro.

 

 

“Così finisce la prima parte di questo viaggio straordinario che è stata la consultazione prima, e poi la raccolta delle firme per la Carta e per i tre referendum che l'accompagnano”. Così ha commentato ai microfoni di RadioArticolo1 Nino Baseotto, segretario organizzativo della Cgil nazionale. “È stata un'iniziativa che si è dimostrata in questi mesi opportuna e appropriata. Perché risponde a tante attese, speranze e bisogni di persone che vivono in una situazione economico-sociale di crisi infinita, che determina una negazione di futuro che noi vogliamo rimuovere”, ha detto.

Un risultato importante, con un'adesione assai significativa, dietro la quale, secondo Baseotto, si nascondono “due segreti”. Il primo è “quello di aver scelto una proposta fortemente innovativa. Perché è davvero innovativo cancellare l'idea introdotta in questi anni della separatezza tra le forme di lavoro. Il lavoro dipendente da una parte, quello parasubordinato e precario dall'altra, quello autonomo da un'altra ancora. Noi invece stiamo presentando una proposta che va nella direzione opposta, verso una riunificazione del mondo del lavoro e dei lavori”. Il secondo segreto è invece “aver scommesso sulla partecipazione dei nostri delegati, delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati. La Cgil è forse l'unica organizzazione in Italia in grado di coinvolgere in così poco tempo così tante persone. E siamo anche gli unici che hanno deciso di farlo, in nome della democrazia e della partecipazione. Questo ha dato più forza alla nostra azione, e ha determinato il successo di questa prima fase”.

Ora il sindacato dovrà attendere che le firme vengano contate, e che venga certificato che si è raggiunto l'obiettivo di mezzo milione per ciascuno dei tre referendum presentati. “Abbiamo comodamente raggiunto il traguardo delle 50 mila firme certificate a sostegno della proposta di legge – ha continuato il dirigente sindacale –, dopo di che ci sarà la valutazione della Suprema Corte. Abbiamo molta fiducia che anche i tre referendum vengano ammessi, poi il governo dovrà decidere nei tempi stabiliti dalla legge quando sarà fissata la data per il voto referendari.”

Nel frattempo, però, il sindacato, non rimarrà con le mani in mano, “perché abbiamo una proposta di legge da sostenere, e abbiamo già fatto dei passi in avanti incontrando i gruppi parlamentari e il Parlamento europeo, mentre stiamo preparando l'incontro con l'Ilo. Vogliamo intensificare questo lavoro, affidando anche alle nostre strutture sul territorio, alle Camere del lavoro, la ricerca di sostegno di associazioni e gruppi di cittadini, o di singoli esponenti politici e di amministratori”.

La seconda parte del viaggio, ha concluso Baseotto, sarà infatti quella di “convincere 25 milioni di italiani ad andare alle urne, e possibilmente a votare ai nostri referendum. Questo sarà un ulteriore propellente per il cammino della Carta, per fare massa critica e per convincere i gruppi parlamentari a mettere all'ordine del giorno la nostra proposta di iniziativa popolare per i diritti universali del lavoro”.

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