L’arresto del vice presidente di Regione Lombardia, Mario Mantovani, non riesce a sorprenderci. Giudicammo, infatti, negativamente la sua nomina in giunta da parte del presidente Maroni per motivi quantomeno di inopportunità – che oggi vengono puntualmente confermati ed aggravati – viste le numerose attività cui lo stesso è “legato” e una certa “noncuranza” ostentata nei suoi comportamenti.
Per quanto ci riguarda, quando era sottosegretario al ministero delle Infrastrutture capitava di assistere alla “libera uscita” di dipendenti per partecipare ai presidi pro-cavaliere in occasione dei processi di Berlusconi al palazzo di Giustizia di Milano. Da sindaco di Arconate si è distinto per la sua gestione “brunettiana” del personale. Da assessore regionale alla sanità non ha lesinato interventi pubblici tesi ad accreditarsi come il solo decisore per far entrare nel mondo della sanità sia lavoratori sia appaltatori.
Per questo suggerimmo al presidente Maroni, che parlò di moralizzazione e trasparenza al suo insediamento dopo la caduta di Formigoni sotto i colpi della magistratura, di non “promuovere a incarichi di governo chi parte già con gravi situazioni di conflitto d’interesse: come sarebbe nel caso dell’attuale coordinatore regionale Pdl e patron dell’omonima Fondazione impegnata nella gestione di case di riposo, Mario Mantovani”. Ora confidiamo che la Magistratura accerti nel più breve tempo possibile ogni responsabilità.
* Segretario generale Fp Cgil Lombardia