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È un impianto all'avanguardia nel riciclo della plastica pvc, può essere un'autentica miniera d'oro per l'ambiente, ma la proprietà decide di chiuderlo. Accade alla Vinyloop di Ferrara, storico distretto della chimica, dove è tutt'ora in corso un lungo braccio di ferro. I 17 lavoratori dello stabilimento sono in lotta da oltre un mese, i sindacati hanno prorogato lo sciopero fino alle 6 di venerdì 25 maggio: per sostenere il lungo stop verrà attivata una sottoscrizione a favore degli addetti.
Una storia particolare, quella della Vinyloop, che rischia di diventare simbolo dei tempi e di una condotta aziendale discutibile. La proprietà è divisa tra il socio di maggioranza, la Ineos, e il socio di minoranza, il gruppo francese Serge Ferrari. Negli anni lo stabilimento è diventato molto evoluto nella sua attività, un'eccellenza mondiale perché non fa solo riciclo dei materiali ma anche la loro separazione: per esempio separa i cavi elettrici, da una parte ottiene la plastica pvc e dall'altra il rame. Non è difficile capire l'importanza della sua azione soprattutto oggi, al tempo dell'economia circolare, con l'Unione europea che ha appena definito la strategia anti-plastica con riciclo totale degli imballaggi entro il 2030. Riciclo che la Vinyloop è già in grado di fare.
Per la verità, la proprietà non ha ancora annunciato la chiusura: semplicemente non ha risposto ai sindacati, si attendeva una comunicazione a maggio, ma non c'è mai stata. A illustrare la situazione è Fausto Chiarioni, segretario generale della Filctem di Ferrara, interpellato da Rassegna Sindacale. “Il socio di maggioranza Ineos non è interessato a rimanere – esordisce –, mentre il socio di minoranza Ferrari ha costruito la sua immagine proprio sull'attività di riciclo, lui vorrebbe restare”. All'interno di questa vertenza, dunque, c'è anche una differenza di opinioni tra i due soci proprietari.
Ineos è la stessa proprietà che decise di chiudere la Vinyls di Porto Torres, facendo poi scattare la protesta sull'Isola dei cassintegrati. “Abbiamo elaborato alcuni dati economici – spiega il sindacalista –, Ineos vuole chiudere, ma non è in crisi, anzi è un leader mondiale nel settore, è tra i fornitori dei teloni alle ultime Olimpiadi in Cina. Non siamo di fronte a un problema economico, c'è una volontà politica di dismettere lo stabilimento”. Volontà non ancora formalizzata, ma “da ciò che vediamo è evidente che si va verso la chiusura”.
Ineos è il più grande produttore europeo di pvc, il riciclo della Vinyloop è il completamento della filiera produttiva. “Così diventa una vera economia circolare – riprende Chiarioni –, l'azienda si fa produttore di materie prime che rientrano in circolo perché vengono riciclate. Interrompere il ciclo significa produrre materiali che poi andranno in discarica: sarebbe un'operazione industriale di retroguardia, una concezione vecchia, perché ora tutta l'industria guarda al riciclo”. La proprietà sostiene che l'attività di Vyniloop è in perdita: “Ma non si può certo considerare lo stabilimento in sé: bisogna intenderlo all'interno della filiera, dove al contrario ha ampi margini di profitto”.
I sindacati sono, ovviamente, preoccupati. “L'impianto si trova dentro un sito che ha costi in equilibrio, la chiusura potrebbe comportare criticità per l'intero distretto industriale. In altre parole, chiudendo i costi generali andranno ripartiti tra tutti". Quindi la richiesta all'azienda: “Ci rivolgiamo a Ineos e Ferrari per dire che l'attività che svolgono è importante e vorremmo che rimanesse. Qualora dovessero decidere di lasciare, però, devono creare le condizioni affinché l'impianto venga ceduto a chi vuole rilevarlo. Sappiamo che ci sono soggetti interessati. Il nostro timore è anche che gli attuali proprietari se ne vadano senza creare le condizioni necessarie per il subentro”.
I sindacati hanno attivato un tavolo istituzionale, c'è un confronto aperto con la Regione Emilia Romagna e con l'assessorato al Lavoro del Comune di Ferrara, con l'obiettivo di valutare le soluzioni e gestire l'eventuale arrivo di un altro imprenditore. Intanto lo sciopero dei lavoratori continua: “Stiamo protestando da oltre un mese per evitare la bonifica dell'impianto – conclude Chiarioni –: se questa avviene, siamo certi che verrà chiuso. Ciò che serve è un processo condiviso col sindacato per garantire un futuro allo stabilimento”.