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Le proteste e i "controvertici" si diffondono anche in Italia sull'onda delle contestazioni di Seattle nel 1999, in occasione della conferenza ministeriale dell'Organizzazione mondiale del commercio (WTO) nel novembre del 1999, e di Washington, nell'aprile del 2000, contro le politiche del Fondo monetario internazionale (Fmi) e della Banca mondiale.
Queste ed altre mobilitazioni mettono in evidenza un movimento civile transnazionale che critica e condanna le grandi istituzioni internazionali, abituate da decenni ad assumere (senza alcun controllo democratico effettivo) decisioni che riguardano la vita di centinaia di milioni di persone e che scoprono di dover rendere conto delle loro decisioni ad un'opinione pubblica sempre più informata.
Le crescenti e consistenti partecipazioni alle contestazioni influiscono sul fallimento del vertice del WTO e migliaia di manifestanti partecipano a vari "contro-forum" organizzati in alcune città europee: nella Repubblica Ceca, a Praga (nel settembre del 2000) per il vertice della Banca Mondiale, il 27 gennaio del 2001 a Davos (Svizzera) in concomitanza con il Forum Economico Mondiale; il 15 di giugno a Goteborg (Svezia) in occasione di un summit europeo; nella primavera del 2001 a Napoli per il Global Forum sull’e-government (il governo della telematica, con particolare riferimento alla sua applicazione nel settore della pubblica amministrazione).
A Genova in concomitanza con la riunione dei capi di governo dei maggiori paesi industrializzati, nel luglio del 2001, i movimenti no global, e un ampio ventaglio di associazioni pacifiste e popolari danno vita a proteste e manifestazioni di dissenso, seguite da scontri tra forze dell'ordine e manifestanti e dove verrà ucciso Carlo Giuliani.
Il movimento dei no global nasce e si caratterizza organizzando varie manifestazioni di protesta contro i processi di globalizzazione dell'economia, resi possibili dagli accordi intercorsi sul commercio internazionale, sviluppati e sorretti nell'ambito dell'Organizzazione mondiale per il commercio, e recepiti dai parlamenti e dai governi, negli organismi rappresentativi come il G8, nonché da importanti istituzioni internazionali come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale.
Le principali critiche sono rivolte alle multinazionali che condizionano scelte e decisioni non sostenibili che mortificano le condizioni dei lavoratori, danneggiano irrimediabilmente l'ambiente, dissipano energia, non rispettano le particolarità dei vari territori, sfruttano in ogni parte del mondo donne e bambini.
Il movimento, molto eterogeneo e vario, conia lo slogan "un altro mondo è possibile", tradotto e usato in tutte le lingue, e si riunisce a partire dal gennaio 2001 ogni anno per il Word Social Forum. Successivamente ai fatti di Genova, il movimento italiano partecipa con una rappresentanza significativa al secondo Word Social Forum di Porto Alegre nel febbraio 2002, e organizza il Forum Sociale Europeo in Italia nell'autunno del 2002 che riunisce a Firenze molte reti, movimenti, sindacati, associazioni, ONG, gruppi di volontariato europei, dando vita a numerosi dibattiti e seminari e ad una grande e pacifica manifestazione per le vie di Firenze.
Va ricordato che il World Social Forum si svolge tradizionalmente in contemporanea del World Economic Forum di Davos, la città della Confederazione Elvetica dove si incontrano i leader della finanza, del commercio, della politica mondiale internazionale. E' un appuntamento dove si ritrovano i rappresentanti della parte più ricca del mondo per discutere nuove strategie e nuove prospettive economiche.
I Social Forum diventano quindi occasioni di incontro per migliaia di giovani e di persone che parlano di diritti, di ambiente, di cibo, di sviluppo equilibrato. E' lunga la strada che il Word Social Forum ha compiuto sinora: da Porto Allegre dove si è svolta la prima edizione nel gennaio 2001 ed anche la seconda del 2002 e la terza del 2003.
Nel 2002, dopo l'attentato alle Torri Gemelle e le successiva guerra in Irak ed in Afghanistan, il movimento confluisce in un più ampio movimento pacifista. Le istanze "per un altro mondo possibile" trovano altre strade, come quella dell'Europa Social Forum, Poi l'India con Mumbai, il Kenia a Nairobi e quindi di nuovo Brasile a Belem. Nel 2011 nella capitale del Senegal, Dakar.
Sono stati anni di forti cambiamenti e di grandi conflitti, anni che hanno visto nuovi protagonisti affacciarsi sugli scenari mondiali e rivendicare spazi e dignità. Negli anni più recenti, le iniziative di mobilitazione e di incontro dei vari movimenti e delle reti, con gli appuntamenti di Londra, di Atene, di Malmo, e nel 2010 Istanbul. Tra pochi giorni, dal 24 al 29 marzo, sarà nuovamente Tunisi ad ospitare di nuovo il Social Forum Mondiale, dopo l'edizione che si è svolta nel 2013.