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La home page dello studio di consulenza Sparta Solutions mostra il profilo di un soldato greco pronto alla guerra. Indossa l’armatura, l’elmo, lo scudo e tende una lancia. Sembra uno dei trecento di Leonida. Un guerriero delle Termopili. Dalla feritoia dell’elmo i suoi occhi fissano il motto di Sparta Solutions, che appare in grassetto e maiuscole: “Proteggi e difendi la tua azienda”. Nella parte bassa della pagina web si legge un breve elenco dei nemici e delle “minacce” da cui un’impresa americana deve difendersi nel ventunesimo secolo. Al primo posto c’è il lavoro organizzato. Ossia il sindacato. Seguono istituzioni governative e politiche, ambientalisti, i media e, per ultimi, gli hacker.
Questa è una guerra, e consulenti come Sparta Solutions la sanno fare, difficile dubitarne. Non combattono, però, contro l’esercito di Serse. Si armano contro i sindacati e contro qualsiasi lavoratore che, negli Stati Uniti degli anni venti, voglia sindacalizzarsi. Garantiscono ai loro clienti l’affiancamento da parte di “esperti”. Il loro cavallo di battaglia è la “prevenzione sindacale”: proprio così (la formula si può leggere tra le skill di Sparta Solutions), come se il sindacato fosse un virus e loro fossero il firewall. Ma nella legislazione americana il sindacato è, o dovrebbe essere, un diritto, non un virus. Di solito vengono reclutati quando un’azienda riceve dal National Labor Relations Board (Nlrb) la notifica che i suoi dipendenti hanno chiesto di eleggere una rappresentanza sindacale. A questo punto entra in campo un consulente come Sparta Solutions, che promette ai suoi potenziali clienti di mostrare loro “non solo come vincere le elezioni”, ma anche di insegnare “tecniche avanzate per evitarle e per garantire che l’azienda non passi mai più attraverso un'elezione sindacale”.
Il Nlrb è l’agenzia del governo federale degli Stati Uniti che vigila sull’applicazione del diritto del lavoro e sulla contrattazione collettiva. Quando, nel settore privato, i lavoratori di un’azienda decidono di aderire a un sindacato, possono chiedere ai datori di lavoro che riconoscano volontariamente la union, oppure possono presentare al Nlrb una petizione perché si svolga un’elezione, ma in questo caso devono dimostrare di avere il sostegno di almeno il 30% dei colleghi. La tappa successiva di questo percorso complicato e ostico è il voto vero e proprio: se la maggioranza dei dipendenti vota a favore della costituzione di una rappresentanza, allora, in ottemperanza al National Labor Relations Act, il datore di lavoro deve riconoscere il sindacato e negoziare un primo contratto. Il compito per il quale Sparta Solutions e studi legali e consulenti analoghi vengono pagati è impedire che questo accada. E sono pagati molto bene.
Stando al Rapporto Unlawful, pubblicato a dicembre 2019 dall’Economic Policy Institute (Epi), negli Stati Uniti ogni anno le imprese spendono 340 milioni di dollari per ricevere consulenze in union avoidance. Si tratta di una pratica sconcertante ma lecita. Reclutare un consulente non è vietato dalla legge. I consulenti riferiscono di essere remunerati spesso “più di 350 dollari all'ora, o più di 2.500 dollari al giorno per debellare gli sforzi di organizzazione sindacale”, si legge sempre nel rapporto dell’Epi, un think tank creato nel 1986 “per includere le esigenze dei lavoratori a basso e medio reddito nel dibattito sulle politiche economiche”. Negli ultimi decenni la spesa per queste attività è andata aumentando e sono sempre di più le imprese che si rivolgono a consulenti specializzati in “elusione del sindacato”: il rapporto Epi rileva che, dal 2000 a oggi, lo hanno fatto tre quarti dei datori di lavoro coinvolti in elezioni sindacali che abbiano riguardato più di 50 dipendenti.
Passando a un altro capitolo, quelle dei comportamenti illeciti: il rapporto Epi sostiene che “i datori di lavoro statunitensi sono disposti a utilizzare una vasta gamma di tattiche legali e illegali per frustrare i diritti dei lavoratori a formare sindacati e a contrattare collettivamente. I datori di lavoro sono accusati di aver violato la legge federale nel 41,5% di tutte le campagne elettorali sindacali”. Coercizioni, minacce, licenziamenti, provvedimenti disciplinari, sorveglianza illecita, riunioni obbligatorie con diffusione di materiali antisindacali… i capi d’accusa raccolti dall’Epi riempiono un lungo elenco, e per la maggior parte di essi la legge non prevede sanzioni severe. Sono anche dati sottostimati, come ha spiegato a Yahoo Finance Christian Sweeney, vice direttore organizzativo dell'Afl-Cio: “I numeri si basano sulle accuse presentate al Nlrb. Ma il Nlrb non funziona così bene”. Secondo Sweeney si tratta di un “problema enorme” che anche i dati al ribasso del Nlrb evidenziano. Ma in parte “queste violazioni sono in aumento a causa della ripresa dell'organizzazione sindacale negli ultimi anni”. Nel 2018, per citare un numero, hanno scioperato circa 485 mila persone: un dato così alto non si registrava negli Stati Uniti dal 1986.
Una cosa è certa, e l’Epi lo scrive nero su bianco: negli Usa “una combinazione di condotta illegale e coercizione legale ha fatto sì che le elezioni sindacali siano caratterizzate dall'intimidazione da parte dei datori di lavoro”, e che “non riflettano in alcun modo il processo democratico garantito dal National Labor Relations Act”. Stiamo parlando di una legge promulgata nel 1935, in pieno New Deal, per consentire il diritto alla sindacalizzazione nel settore privato. Ma questi diritti sono diventati sempre più “inaccessibili”. Nel 2018 appena il 6,4% dei lavoratori del settore privato era iscritto a un sindacato. Dal 1979, la rappresentanza complessiva dei lavoratori è scesa di oltre la metà, dal 27% a meno del 12% nel 2017. Eppure – si legge sempre nel rapporto – quasi la metà (il 48%) dei lavoratori senza tessera dichiara che voterebbe per aderire a un sindacato se ne avesse l'opportunità. “Nel sistema attuale – commenta l’istituto di ricerca - sono molti di più i lavoratori che vogliono una rappresentanza sindacale di quelli che sono in grado di ottenerla”.
Serve una legge nuova, una riforma del diritto del lavoro che riequilibri un “sistema sempre più truccato”, dopo decenni in cui “i diritti dei lavoratori sono stati attaccati dalla legislazione, dall'esecutivo e dalla magistratura, col risultato – conclude il rapporto dell’Epi – dell'estrema disuguaglianza che caratterizza l'economia americana, la più alta mai registrata nella storia degli Stati Uniti”. Al calo della rappresentanza sindacale, negli ultimi anni, sono conseguiti ridotti aumenti salariali, perdita generalizzata delle protezioni sociali e delle tutele, aumento dei casi di arbitrato forzato ai danni dei singoli lavoratori. Nel frattempo, dal 1978 a oggi, il compenso degli amministratori delegati è cresciuto del 940%.
Una proposta di legge firmata dai Democratici Bobby Scott e Patty Murray – il Protecting the Right to Organize (Pro) Act – è stata incardinata in questi mesi nell’iter legislativo del Congresso. Se il via libera arriverà, il Pro Act emenderà il Nlra, assicurerà maggiori protezioni ai lavoratori, difendendone il diritto a organizzarsi e a contrattare collettivamente, e varerà sanzioni significative contro le pratiche antisindacali delle aziende. La decisione è nelle mani della Camera dei rappresentanti e del Senato. Il futuro di molti lavoratori dipende dalle istituzioni della democrazia americana. La storia si ripete. Ancora una volta: Atene contro Sparta.