PHOTO
L’ultima formazione risaliva a quasi un decennio fa. Per questo, alla Cgil di Trieste, hanno pensato che era ormai tempo di organizzare una nuova sessione di corsi. “Anche perché, in assenza di formazione, avremmo potuto avere problemi di contatto e di dialogo con i neodelegati che si avvicinano per la prima volta al mondo sindacale. Nel contempo, abbiamo anche cercato d’individuare quali fossero i fabbisogni formativi di funzionari e dirigenti”, afferma Michele Piga, segretario generale Camera del lavoro Trieste.
“Sulla falsariga di quello nazionale, abbiamo messo a punto un questionario somministrato su larga scala, ideato da noi, che teneva in considerazione necessità e basi già presenti nella formazione professionale dei delegati. C’era bisogno di creare un gran senso d’appartenenza alla storia della Cgil, sconosciuta alla maggior parte dei delegati ‘novizi’. Questo era il punto di partenza per poi arrivare a un percorso formativo, che parlasse di comunicazione, negoziazione, tutela dei diritti. Più i vari temi declinati sulla nostra città, che sono quelli su com’è nata la Cgil a Trieste, che si è sviluppata in modo diverso dal solito, legata per molto tempo alla Uil. Abbiamo poi sviluppato la conoscenza delle ultime normative sul lavoro con un pool di avvocati che ci daranno una mano anche nelle aule dei corsi”, spiega Elisabetta Faidutti, segretario generale Fisac Trieste e responsabile formazione Cdl Trieste.
“Trieste è una città di frontiera, un capoluogo bilingue, a metà strada tra mondi diversi. Lì il punto di partenza era che la formazione doveva servire a produrre un cambiamento e loro lo stanno gestendo molto bene. C‘era bisogno di costruire un senso d’appartenenza, di fronte a un ricambio veloce in atto. Molti militanti Cgil, infatti, stanno andando in pensione e le nuove generazioni, altamente scolarizzate, hanno una propria identità peculiare. Sta a noi il compito di acculturarle sindacalmente, partendo dai nostri valori, dalla nostra storia e dalle nostre lotte”, rileva Giancarlo Pelucchi, responsabile formazione Cgil nazionale.
“La memoria è una cosa che va coltivata, niente si dà per scontato, l’ambiente familiare non è più il luogo di prima. Perciò, serve una presa di coscienza collettiva, che parta proprio dalla nostra organizzazione. I neodelegati devono conoscere la nostra storia, per poi formare una loro coscienza sindacale”, sostiene Piga.
"Il progetto formativo 2017-18 presenta un percorso articolato su più linee, di cui la prima è la storia della Cgil e di come siamo strutturati; la seconda parte affronta il sistema dei servizi, che spiega ai delegati come funziona la nostra rete: ciò aiuterà i delegati a leggere una busta paga, a capire come si gestisce una vertenza legale, insomma, a fare il lavoro del delegato. Nel terzo fronte si parla del ruolo del delegato in azienda, di come parlare e contrattare al tavolo negoziale con l’azienda, mentre la quarta e ultima parte è quella che riguarda la salute e la sicurezza, che vedrà coinvolti non solo gli Rls, ma anche i delegati di tutte quelle aziende dove non è stato possibile per noi eleggere i rappresentanti sindacali. Grazie ai finanziamenti regionali, abbiamo messo già in piedi i primi corsi formativi su salute e sicurezza”, precisa Faidutti.
“Nel progettare il corso di formazione e dalle risposte che sono venute dai questionari, abbiamo riscontrato molto interesse nei partecipanti: c’è fame di una conoscenza che si è organizzata. L’idea di fare dei corsi di base dentro le Cdl, che tengono assieme tutti gli elementi della rappresentanza, hanno dato l’idea ai neodelegati di far parte di un progetto. Rsu, Rsa e Rls fanno parte della centralità dei bisogni e le risposte sono buone, che poi corrispondono a quelle che erano le richieste provenienti dai delegati. Inoltre, da sottolineare è anche la grande partecipazione nei primi corsi organizzati”, osserva ancora Piga.
“La formazione è ritenuta da tutti uno strumento utile, anche come mezzo di conoscenza di un patrimonio da mettere in gioco; la formazione dell’identità delle persone che hanno bisogno di intrecciare le esigenze della nostra organizzazione”, aggiunge Pelucchi.
"Come prima esperienza di formazione in Cgil, ho partecipato al corso sulla formazione alla sicurezza e alla comunicazione delle tutele ai lavoratori. In particolare, mi ha appassionato il capitolo sullo stress da lavoro correlato e mobbing, argomenti ben noti ai lavoratori. Il momento d’aula è stato importante e formativo, come punto d’incontro e approfondimento, con lezioni organizzate per più categorie. Io rappresentavo l’esperienza sindacale assicurativa e mi sono confrontata con lavoratori di altre categorie, che hanno punti di vista diversi dal mio. Lo stress da lavoro correlato è un tema importante, soprattutto per noi lavoratori delle assicurazioni, sottoposti particolarmente al logorio, che degenera spesso in malattie vere e proprie. Abbiamo affrontato il tema dal lato normativo, ma anche da quello pratico”, è il commento di Paola Cabas, Rsa Assicurazioni generali.
“Il prossimo corso sarà valoriale sulla storia della Cgil triestina, che è molto particolare. Per farlo, ci siamo appoggiati all’archivio storico della Cdl locale e ci siamo rapportati anche con diversi docenti universitari per l’organizzazione dei corsi”, conclude Piga.
“È un’esperienza, quella triestina, che testimonia che il motore della formazione si muove a pieno ritmo sul territorio. Per questo, cerchiamo di costruire una rete formativa, la più capillare possibile, in giro per l’Italia”, chiude Pelucchi.