PHOTO
Ivana Galli, segretaria generale della Flai Cgil, e Roberto Iovino, responsabile del settore zucchero della categoria, hanno sottoscritto oggi la petizione promossa da Coprob a sostegno di un “Patto dello zucchero”, necessario per difendere la filiera bieticola saccarifera dopo la liberalizzazione del mercato e la fine del regime delle quote. La Flai Cgil considera positiva l’iniziativa intrapresa da Coprob, nella convinzione che serva un’iniziativa capace di mobilitare tutti gli attori della filiera, dagli agricoltori fino ai lavoratori impiegati nei siti di trasformazione dello zucchero.
“Da alcune settimane – dichiarano Galli e Iovino - ci stiamo confrontando con Fai Cisl, Uila Uil e le rappresentanze dei lavoratori dei siti produttivi al fine di rilanciare una mobilitazione tesa a sollecitare le istituzioni italiane e europee. Servono misure straordinarie contro la crisi del settore, esposto a pratiche di concorrenza sleale messe in campo sia da operatori francesi e tedeschi che da aziende di paesi esterni alla Ue”.
La Ue, proseguono, "continua a negare uno stato di crisi che coinvolge importanti paesi che producono e consumano zucchero come la Spagna, la Grecia, la Polonia, tutta l’area dei balcani, nonché l’Italia. Questa crisi non è altro che il fallimento della riforma Ocm del 2006, che più volte abbiamo proposto di correggere nell’indifferenza delle istituzioni italiane e europee. In Italia questa riforma ha portato alla chiusura di 16 stabilimenti su 19, con più di 5.000 posti di lavoro persi e la venuta meno di una delle più redditizie rotazioni agricole. Con la fine delle quote lo scorso 30 settembre abbiamo registrato un calo del 40% del prezzo in Europa, il che fa pensare ad una manovra speculativa tesa a penalizzare i paesi con minore capacità produttiva".
In questo contesto, aggiunge il sindacato, "rischiamo la definitiva scomparsa di quei pochi presidi produttivi ancora presenti nel nostro paese, la perdita di ulteriori posti di lavoro e la definitiva dipendenza dalle importazioni dai paesi esteri. L’Italia è il terzo consumatore di zucchero in Ue ma già oggi produce solo un quinto dello zucchero che consuma. Oltre ai danni ai consumatori, la scomparsa della filiera bieticola saccarifera penalizzerebbe anche l’industria alimentare, che sarebbe costretta a sottostare al ricatto dei fornitori tedeschi e francesi. Insomma la strategicità della filiera va salvaguardata e pertanto ci mobiliteremo nelle prossime settimane affinché le istituzioni del nostro paese facciano quanto necessario per difendere il settore bieticolo saccarifero e le migliaia di posti di lavoro collegati”.