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Con l’avvicinarsi delle festività riapre il dibattito sul lavoro festivo nel commercio. Come confermano recenti sentenze, non può essere imposto dai datori di lavoro. Tuttavia come al solito le pressioni sui lavoratori non mancano. Per questo in diversi territori, Toscana, Emilia Romagna, Lazio, Milano, per le festività Pasquali del 27 e 28 marzo, come per quelle successive del 25 aprile, 1° maggio e 2 giugno, le organizzazioni sindacali invitano le lavoratrici e i lavoratori ad astenersi dal lavoro. In alcuni punti vendita saranno organizzati anche scioperi e presidi.
D'altro canto, queste aperture straordinarie non riescono neanche a far aumentare le vendite. Come si legge nella Ricerca sui consumi delle famiglie del 2015 realizzata da Filcams Cgil con la collaborazione della fondazione Di Vittorio e Tecnè, la spesa media degli italiani, nel 2015, è calata del 2,9% rispetto a 10 anni fa; l’80% delle famiglie, nel corso dell’anno ha pianificato gli acquisti nei periodi in cui i prodotti erano in offerta o in saldo e il 18% delle famiglie ha acquistato beni e servizi su internet.*
"La crisi ha profondamente cambiato le abitudini degli italiani, cosi come le aperture illimitate di negozi e centri commerciali – spiega la Filcams in una nota –. Il sempre aperto, però, non ha, come ipotizzato al momento del decreto Salva Italia, aiutato il rilancio dei consumi, ma dopo più di quattro anni dall’entrata in vigore di una riforma che ha totalmente stravolto il settore si può affermare con certezza che nulla è cambiato in tal senso, se non le condizioni dei lavoratori".
La Filcams Cgil, contraria alla totale liberalizzazione degli orari e delle aperture nel commercio, continua a sostenere la necessità di approvare una nuova legge che regoli il settore: “Le liberalizzazioni non hanno dato slancio all'occupazione, non hanno prodotto ulteriore ricchezza per le aziende o recupero di produttività-redditività, non hanno prodotto effetti positivi sulla contrattazione esistente e non ne hanno sviluppata di ulteriore, ne hanno migliorato le condizioni di vita o economiche delle lavoratrici e lavoratori”.
Sono questi dati a confermare l'attualità del tema liberalizzazioni e la necessità di intervenire. “La proposta di riforma in materia è ormai da troppo tempo ferma in commissione parlamentare – prosegue la Filcams Cgil–. Auspichiamo che il dibattito venga ripreso al più presto: è necessario individuare forme di concertazione, anche a livello territoriale, per andare incontro alle esigenze di parti datoriali e lavoratori, un modello di consumo sostenibile”.
Intanto, il 15 marzo scorso, sono stati approvati dal Consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia gli articoli del disegno di legge che prevedono dieci festività di chiusura obbligatoria per gli esercizi commerciali, giornate determinate e imposte dalla normativa senza nessuna possibilità di scelta da parte dell’imprenditore. Un testo di legge che ha suscitato la dura reazione di Federdistribuzione.