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“La coalizione sociale? Non è il nostro mestiere”. A dirlo è il segretario confederale della Cgil, Franco Martini, che interviene nel dibattito generato dalla proposta di Maurizio Landini. “La Cgil – ha spiegato Martini in un’intervista all’Huffington Post - fa politica ma in un altro modo, sull’esempio di Lama e Trentin, un fare politica sentendo il peso della nostra autonomia come soggetto sociale, non certo come perno della costruzione di una soggettività politica che va oltre il perimetro e il ruolo di un sindacato”.
Sulla questione ieri, 16 marzo, si è svolta a Corso d’Italia una lunga riunione della segreteria guidata da Susanna Camusso che oggi, 17 marzo, incontrerà di persona il leader dei metalmeccanici, anche in vista della manifestazione Fiom del 28 marzo.
Secondo Martini la Cgil nei prossimi mesi dovrà concentrare tutti i suoi sforzi nel “fare della contrattazione il terreno in cui continuare a contrastare gli effetti negativi delle politiche del governo”. Una stagione contrattuale che coinvolgerà 9 milioni di lavoratori e che dovrà essere lo strumento principe per tentare di disinnescare gli effetti più negativi della riforma del lavoro voluta dal governo Renzi, come il demansionamento o i licenziamenti. In questo processo, secondo i vertici Cgil, “è necessario aggregare il mondo del lavoro, a partire da Cisl e Uil”. “La contrattazione ha successo se le forze sindacali sono unite”, precisa Martini.
Proprio sull’unità delle forze sindacali sorgono i dubbi più forti della Cgil rispetto alla proposta di Coalizione sociale avanzata da Landini. L’obiettivo dell’unità con Cisl e Uil è per la Cgil “condizione necessaria al rilancio dell’iniziativa del sindacato confederale”. Mentre la proposta di coalizione sociale, “implica in se stessa la negazione della prospettiva unitaria”.
“Ogni dirigente sindacale può naturalmente partecipare ad iniziative politiche – spiega ancora Martini all’Huffpost - Ma qui è in gioco il ruolo di una struttura della Cgil, si agisce per conto di una categoria, quella dei metalmeccanici…”.
In questa ottica, la manifestazione del 28 marzo deve essere per la Cgil “una iniziativa sindacale di una categoria, che si inscrive in un percorso di mobilitazione di tutta la confederazione”, spiega Martini. “E per questo la segreteria Cgil intende confermare la sua presenza. Ma è chiaro che se la manifestazione dovesse cambiare pelle, diventare il battesimo di una soggettività politica, ci sarebbe da fare una riflessione”.
Martini torna anche sull’assemblea nazionale della Fiom che si è tenuta a Cervia a fine febbraio. All’iniziativa era presente anche un segretario confederale che, a detta dei vertici Fiom, “non ha espresso alcuna contrarietà al progetto”. Una tesi contrastata da Martini, che ribatte: “Non c’è stato nessun avallo da parte dei vertici Cgil. In quella sede abbiamo ribadito la necessità di proseguire la battaglia sindacale sul fronte della contrattazione, dando così continuità alla mobilitazione”.