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Lo sciopero generale indetto dalla Cgil per il 14 novembre ha fatto arrabbiare Cisl e Uil, che parlano di “solita fuga in avanti” e “separazione figlia di una logica miope”. “E' davvero inspiegabile – dice il segretario organizzativo della Cisl, Paolo Mezzio - la decisione della Cgil di proclamare uno sciopero mentre stavamo discutendo una iniziativa da effettuare unitariamente”. “E' la solita fuga in avanti. La Cisl a questo punto -conclude Mezzio - valutera' una propria iniziativa in concomitanza con la giornata di mobilitazione della Ces (la Confederazione europea dei sindacati, ndr)”.
Dal fronte Uil parla Anna Rea (segretaria confederale): “La Cgil – dice la sindacalista - ha deciso di buttare a mare un percorso che era stato avviato unitariamente in sede europea”. Proprio per quella data, Cgil, Cisl e Uil, infatti, sottolinea la sindacalista, “avevano avviato l'organizzazione di un'iniziativa comune da svolgersi nell'ambito della giornata di mobilitazione indetta dalla Confederazione europea dei sindacati. Ma per guardare ai propri problemi interni, ancora una volta, la Cgil si e' sganciata dal percorso unitario che si stava costruendo”. Questa separazione, conclude Rea, “è figlia di una logica miope, mentre per affrontare i problemi in campo europeo servirebbe una condivisione di impegni e di obiettivi, al di là degli interessi delle singole organizzazioni. Dal più grande sindacato europeo, quale è quello italiano, tutti si sarebbero attesi un comportamento più coerente.”
La Cgil ha indetto lo sciopero di 4 ore (ma in Umbria è stato esteso a 8) ieri sera (29 ottobre). L’iniziativa rientra nel quadro della giornata di mobilitazione europea dei sindacati, e si aggiunge agli scioperi che si terranno anche in Grecia, Portogallo e Spagna. La segreteria nazionale della Cgil, si legge in una nota, “ha inutilmente ricercato con Cisl e Uil di tradurre la decisione della Ces di una mobilitazione europea il 14 novembre”. Lo sciopero è “per il lavoro e la solidarietà contro l’austerità”. L'obiettivo è “cambiare la legge di stabilità come il complesso delle politiche del governo”, aggiunge il sindacato.
“Da molti anni il movimento sindacale europeo deplora le misure di austerità”, si legge nella piattaforma della Ces. “Esse trascinano l'Europa nella stagnazione economica, fino alla recessione. Il risultato: blocco della crescita e disoccupazione in continuo aumento. I tagli a salari e protezione sociale sono attacchi al modello sociale europeo e aggravano disuguaglianze ed ingiustizia sociale”.
Gli “errori di valutazione” del Fondo monetario internazionale, prosegue la piattaforma, “hanno avuto un impatto incalcolabile sulla vita quotidiana dei lavoratori e cittadini europei. Tutto ciò rimette in gioco l'intera base delle politiche di austerità. Il Fmi si deve scusare. La Troika deve rivedere le sue richieste. L'Europa ha un debito sociale, non esclusivamente monetario. E' stata promessa una ripresa che non è mai avvenuta. 25 milioni di europei non hanno lavoro. In alcuni paesi il tasso di disoccupazione giovanile oltrepassa il 50%. Il senso di ingiustizia è diffuso e lo scontento sociale sta crescendo”.
I sindacati europei chiedono un cambiamento di rotta. “Le misure applicate non stanno funzionando, stanno invece distruggendo I nostri lavori e il nostro patrimonio sociale. La Ces chiede un patto sociale per l'Europa, con un vero dialogo sociale, una politica economica che stimoli occupazione di qualità, la solidarietà tra paesi e la giustizia sociale. I lavoratori stanno pagando a caro prezzo crisi e misure di austerità, mentre il mondo della finanza e gli speculatori continuano a prosperare. Poniamo fine alla frode fiscale, ai paradisi fiscali e alla competizione fiscale tra paesi. La tassa sulle transazioni finanziarie - infine . deve contribuire a riparare I danni del capitalismo senza regole”.