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Il Senato ha approvato lo scorso 19 aprile il decreto legge recante disposizioni urgenti per l'abrogazione delle disposizioni in materia di lavoro accessorio, nonché per la modifica delle disposizioni sulla responsabilità solidale in materia di appalti. Per la Cgil è stata una grande vittoria, frutto di una campagna senza precedenti nella storia del sindacato. Ora la stessa campagna prosegue con la Carta dei diritti universali sul lavoro, presentata in Parlamento dalla confederazione per una legge di iniziativa popolare.
La battaglia per i diritti, dunque, non si ferma. La sfida della Cgil continua. Per questo motivo, "per costruire tutta un’altra Italia", dando seguito a quanto deciso dagli oltre 1.500 quadri e delegati della Cgil che sabato 8 aprile si sono riuniti al Teatro Brancaccio di Roma, sabato 6 maggio si svolgerà nella capitale, dalle ore 14, in piazza S. Giovanni Bosco, una grande manifestazione nazionale che sarà conclusa dal segretario generale della confederazione Susanna Camusso.
La Carta resta dunque l'obiettivo, come ha spiegato Camusso all’attivo dell’8 aprile, “perché vuole riunificare il mondo del lavoro, e permetterà di riannodare i fili di un'identità comune. È questa la nostra più grande soddisfazione”. Così come un obiettivo resta la battaglia contro i licenziamenti collettivi, dato che “cancellare i voucher e reintrodurre la responsabilità negli appalti è importante, ma dobbiamo conquistare anche le tutele che erano presenti nell'articolo 18. Non lo dimentichiamo”. Non solo. La Cgil non dimentica che anche “sugli appalti c'è ancora tanto da migliorare”, e che “cancellare i voucher non vuol dire eliminare del tutto la precarietà”. Per questo “la battaglia non è finita”.
“Abbiamo voglia di festeggiare, ma non ci possiamo fermare”, ha detto Camusso lanciando la manifestazione del 6 maggio: “Saremo tutti insieme per dire che ci piacciono i risultati che abbiamo raggiunto, ma che si può e si deve continuare. Perché la sfida per i diritti rimane in campo”.