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"Abbiamo iniziato un percorso che coinvolgerà soprattutto le delegate e delegati del territorio". Lo afferma il segretario generale della Cgil Venezia, Enrico Piron, ai microfoni di RadioArticolo1 nel corso della trasmissione Italia Parla (ascolta il podcast integrale), illustrando la presentazione della Carta universale dei diritti del Lavoro. "Il sindacato è radicato non solo a Venezia - spiega - abbiamo riattivato otto Camere del Lavoro. Ieri gli attivi dei delegati si sono svolti a Mirano e San Donà, poi ricominciamo la prossima settimana e andiamo avanti in modo serrato fino al 4 febbraio". Nella Regione sono previste 1.200 assemblee.
Parola ai delegati e lavoratori sul nuovo Statuto, dunque. Ma non solo: "Coinvolgiamo i sindaci e le associazioni datoriali, con l'obiettivo di una discussione che permetta il confronto col territorio. Ci interessa molto che lo Statuto sia vissuto dall'interezza della regione, che non riguardi unicamente i delegati e le delegate, i lavoratori che si stanno esprimendo col voto. Vogliamo che sia un fenomeno anche culturale".
"Facciamo assemblee aziendali e anche di sito - prosegue Piron -, in ogni incontro tentiamo di coinvolgere la schiera degli appalti e la galassia di lavorazioni che vengono fatte attorno alla principale. Stiamo cercando di parlare con l'universalità dei lavoratori: con i precari, per esempio, stiamo tentando di coprire l'università per capire tutto quel modo di precarietà che c'è in questo settore, a Venezia molto forte".
Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, sarà a Venezia il 10 e 11 febbraio per partecipare alle assemblee. "Non faremo incontri cerimoniali - specifica Piron -, porteremo Camusso nel Petrolchimico e a Fincantieri, nel distretto calzaturiero, a contatto con i lavoratori artigiani e alla Dhl in un call center". Della Carta dei diritti c'è grande bisogno: "E' una proposta di estrema coerenza rispetto alle politiche che la Cgil ha praticato in questi anni, le riunifica. Oggi coloro che beneficiano dello Statuto dei lavoratori sono sempre meno, adesso bisogna portare il nuovo Statuto in tutte le imprese, soprattutto quelle frantumate nel loro ciclo produttivo", conclude.