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Il prossimo 22 maggio la legge 194 sull’interruzione volontaria della gravidanza compirà 40 anni, ma dopo quasi mezzo secolo quel diritto delle donne, conquistato attraverso lunghe lotte e mobilitazioni e difeso da una larghissima maggioranza della popolazione (68%) con il referendum del 1981, è sempre più messo in discussione. Ecco allora che l'8 Marzo, la giornata internazionale della donna, diventa occasione per difendere e chiedere il rispetto di questo diritto fondamentale. “Lotto Insieme, come ieri, per domani” è lo slogan scelto dalla Cgil per farlo, con decine di iniziative che attraverseranno l'Italia da Sud a Nord, tutte legate da questo filo conduttore.
#8Marzo #L8insieme come ieri per domani. Nel 2018 la legge 194 compie 40 anni. Oggi come ieri dobbiamo difenderla!
— CGIL Nazionale (@cgilnazionale) 7 marzo 2018
Le nostre iniziative in tutta Italia e gli appuntamenti per celebrare insieme la Giornata internazionale della Donna.
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“A quarant’anni dalla sua applicazione – si legge in una nota del sindacato – e dopo tante importanti conquiste civili, sociali e culturali delle donne, siamo ancora costrette a lottare per difenderne l’esistenza e a pretenderne la concreta applicazione”. “Negli ultimi anni – prosegue la confederazione – abbiamo assistito ad un arretramento sul rispetto dei diritti acquisiti e a grandi ostacoli per la conquista di nuovi. Basti pensare – sottolinea la Cgil – al numero crescente di obiettori di coscienza, che di fatto vanifica la legge sulla depenalizzazione dell’aborto, o al progressivo svuotamento dei consultori”.
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Il report (FDV) | Tutte le iniziative della Cgil
E in effetti, i numeri ufficiali sono davvero impressionanti: i più recenti dati ufficiali del ministero della Salute calcolano la quota di medici obiettori al 70,9% a livello nazionale, ma nel Mezzogiorno si arriva ad oltre l’88%, con il primato regionale della Basilicata. L’escalation è stata particolarmente accentuata tra il 2005 e il 2009: dal 58,7 a oltre il 70 per cento e da allora si è stabilizzata.
La gravità del fenomeno è stata dimostrata anche dall’accoglimento (con la successiva condanna del nostro Paese) di due ricorsi, uno dei quali presentato dalla Cgil al Consiglio d’Europa per violazione del diritto alla salute delle donne. “Ma nonostante questo, ancora oggi siamo costrette a difendere l'esistenza della legge 194 e a pretenderne la concreta applicazione – afferma la responsabile delle politiche di genere della Cgil nazionale Loredana Taddei –, e lo faremo anche quest'anno, in occasione dell'8 Marzo, partendo dall'importanza storica della conquista di quella legge e delle tante battaglie condotte dalle donne, che segnarono importanti vittorie civili, sociali e culturali”.
“La storia del femminismo ha radicalmente mutato il panorama dei diritti civili in Italia come altrove – osserva la sindacalista –. Nel Novecento le conquiste delle donne hanno rivoluzionato non solo la loro vita, ma quella dell'intero Paese, rendendolo molto meno arretrato. Dal diritto di voto, nel 1946 alla legge contro il femminicidio del 2013, passando per le tante misure che hanno introdotto forme di tutela specifiche per le donne e le lavoratrici madri, alla legge per l'istituzione dei consultori familiari, del 1975, fino alla parità in materia di lavoro del 1977”.
Per Taddei, però, a 70 dall'Assemblea costituente, il bilancio è amaro. “Negli ultimi anni abbiamo assistito a un arretramento sul piano dei diritti acquisiti e a grandi ostacoli per la conquista di nuovi – afferma –. Basti pensare al numero crescente di obiettori di coscienza, che di fatto vanifica la legge sulla depenalizzazione dell'aborto, o al progressivo svuotamento dei consultori”.
Da qui la necessità di ricreare “una nuova alleanza tra donne, per affrontare le sfide di questi anni, a partire dalle nostre amiche di Cisl e Uil, ma anche con le donne delle tante associazioni e movimenti. La costruzione di una potente rete di donne è fondamentale per parlare un linguaggio corale, forte, non difensivo, né divisivo – conclude Taddei –. È fondamentale, tanto più oggi, in una situazione generale così sfuggente, in cui le donne hanno ripreso la parola con forza, ma anche con molta frammentazione”.