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Firmato l'accordo in tribunale. 8 milioni di euro per l'incentivazione economica complessiva a fronte dei 187 licenziamenti alla K-Flex. “Preso atto dell'incapacità del governo, azionista di K-Flex tramite Cassa depositi p Prestiti, di intervenire e bloccare la delocalizzazione in Polonia – ha detto Matteo Moretti della Filctem Cgil Monza e Brianza –, i lavoratori (80% tramite referendum) hanno deciso di accettare la proposta del giudice”.
“Subiranno le pene del Jobs Act – continua il sindacalista –: non avranno la mobilità, ma solo la Naspi, con un'indennità decrescente e copertura contributiva ridotta, non avranno la cig straordinaria poiché il governo ha eliminato la causale per cessazione di attività. Chi avrà la fortuna di ricollocarsi non avrà la tutela dell'articolo 18. Continueremo con loro la mobilitazione – conclude il sindacalista – per vincolare i finanziamenti pubblici alla crescita dei livelli occupazionali in Italia, per i diritti e per un sistema di ammortizzatori sociali che tuteli meglio i lavoratori. La lotta dei lavoratori K-Flex ci insegna che gli operai e gli impiegati sanno ancora lottare insieme per i loro diritti”.
L'accordo arriva dopo ben 113 giorni di presidio permanente fuori dai cancelli di Roncello, e dopo la denuncia per attività antisindacale. "L'ordinamento giuridico italiano – ha dichiarato Rosalba Cicero, segretario generale Filctem Lombardia – manca di una strumentazione in grado di affrontare situazioni legate a scelte industriali quali quelle operate dalla famiglia Spinelli, così dirompenti nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori, e del paese. Occorre un legge che non permetta alle imprese italiane di utilizzare i finanziamenti dello Stato per avviare processi di delocalizzazione. Questa lunga mobilitazione consegna alla politica italiana questo delicato problema e a questo il Governo e le forze politiche dovranno dare delle risposte per tutelare il tessuto produttivo italiano e i lavoratori".
"Noi ci sentiamo comunque - ha proseguito Cicero – di riconoscere l'impegno del governo, che con il ministro Calenda e il sottosegretario Bellanova ha sostenuto le ragioni delle organizzazioni sindacali e dei lavoratori, del presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni e di tutti i partiti che con la loro presenza hanno portato sostegno e solidarietà al presidio della K-Flex. Rimane il grave atto della proprietà, insensibile al destino delle lavoratrici e dei lavoratori che da domani si troveranno senza un posto di lavoro, ma resta la consapevolezza di aver fatto tutto quanto era possibile fare per impedire questa delocalizzazione. Adesso è il momento di attivare, anche con il sostegno della Regione, tutti gli strumenti di politiche attive del lavoro per la rioccupabilità di tutti i lavoratori coinvolti".