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Un'insegnante, un'operatrice del carcere di Sollicciano, un operaio di origine africana (che ha appena preso la cittadinanza italiana) di una fonderia, un pensionato, un'addetta alle pulizie e una alle mense, un'ex lavoratrice delle confezioni, un dipendente dalla Targetti, una dipendente della Sammontana, un corriere: loro e altri lavoratori dell’empolese sono “in mostra” in uno spettacolo (chiamato “J.O.B.S. Join Our Blended Stories. Storie di lavoratori in mostra”, a cura di Andrea Zanetti) all’interno del Festival “Ci sono sempre parole - Festival delle narrazioni popolari (e impopolari)” che si svolge dal 6 ottobre al 30 novembre nei Comuni dell’empolese (in provincia di Firenze).
L’inaugurazione della mostra “J.O.B.S.” (che durerà fino al 16 dicembre) si è svolta 6 ottobre presso Montelupo Fiorentino (Firenze) al palazzo Podestarile. Si tratta di un’esposizione a ingresso libero dove il mondo del lavoro è raccontato direttamente dai lavoratori stessi, attraverso gli oggetti che rappresentano i loro mestieri, reinterpretati in mostra da 16 artisti contemporanei. “Nella mostra ‘J.O.B.S.’ si narra il lavoro, fatto dalle persone: nelle storie ci sono vicende individuali che diventano rappresentazioni collettive, quando ci è stato proposto questo progetto non potevamo che appoggiarlo e sostenerlo, è un modo per raccontare il lavoro in una maniera diversa tramite un linguaggio artistico, perché nel lavoro delle persone ci sono tante cose e soprattutto c’è un rapporto con le comunità locali”. Lo ha detto Paola Galgani, segretaria generale della Cgil Firenze che con Cisl e Uil è tra i partner dell’iniziativa.
COS'È LA MOSTRA J.O.B.S.
Sedici artisti interpretano, con la realizzazione di un’opera inedita, il racconto di un lavoratore. I lavoratori in mostra portano un oggetto ciascuno che identifica il loro impiego; attraverso il racconto del singolo lavoratore l’oggetto - con un QR code - parla in prima persona della storia personale di colui che lo ha scelto. Un’esposizione che mette in relazione diretta i lavoratori con gli artisti, obbligandoli ad uno scambio di empatia, di parole e emozioni. Gli oggetti diventano il mezzo sul quale costruire la relazione e l’icona plastica che in mostra ‘affianca’ le opere degli artisti. Gli oggetti sono i protagonisti reali della mostra: come rappresentazione visiva ed orale delle singole storie e come scintilla creativa per gli artisti. Il racconto della complessità contemporanea del mondo del lavoro attraverso l’intimità delle parole, dei pensieri e delle speranze.
Una mostra collettiva, nel vero senso della parola: le opere nascono dalle parole di un racconto e sfidano la complessità individuale per diventare collettivo e condivisione. Ma si rappresenta anche il mondo del lavoro oggi. La precarietà, l’incertezza, il silenzio, il futuro che non arriva. La realizzazione di sé. Le famiglie contemporanee, il mutuo, la pensione, i nipoti. Le non famiglie, le solitudini. Le relazioni. Quante storie di difficoltà, successi o privazioni, potremmo descrivere sulla base delle cronache quotidiane che leggiamo. Il mercato, la globalità, le reti, l’innovazione, la manualità; gli operai che resistono e quelli che non esistono. Gli occhi disillusi dei pensionati e quelli rassegnati dei figli. Ma anche gli occhi di chi ci è riuscito, con o senza lotte. Le mani di chi si impolvera ogni giorno o quelle veloci di chi digita su qualche tasto. La mostra interpreta i racconti individuali dei lavoratori abbracciando la complessità del mondo del lavoro contemporaneo.
J.O.B.S. Join Our Blended Stories. Storie di lavoratori in mostra
A cura di Andrea Zanetti
Palazzo Podestarile, Montelupo Fiorentino (Fi)
7 ottobre - 16 dicembre 2018
Orari: sabato e domenica h 10-19; da martedì a venerdì su richiesta h 10-19 presentandosi alla biglietteria del Museo della Ceramica (Piazza Vittorio Veneto, 10 - Montelupo F.no); lunedì chiuso. Ingresso gratuito.