"Oltre il danno la beffa. La retorica del Presidente Renzi e dei suoi sostenitori continua a presentare il Jobs Act come una riforma del mercato del lavoro rivolta ai bisogni di giovani, precari e disoccupati, i provvedimenti varati sanciscono invece meno tutele e meno diritti per tutti, liquidati addirittura come rendite di posizione dal Premier". Così in una nota Riccardo Laterza, Portavcoce nazionale della Rete della Conoscenza.
"Il contratto a tutele crescenti rottama il diritto del lavoro, sarà un risultato positivo per gli interessi del governo, non certo per i giovani o per il Paese ", dichiara Alberto Campailla, Portavoce nazionale di Link-Coordinamento universitario. "Liberalizza infatti licenziamenti ed estende, assieme alle nuove norme sul demansionamento, il ricatto a tutto il mondo del lavoro, in un contesto segnato da disoccupazione di massa e alti tassi di precarietà. La Nuova Aspi risulta del tutto insufficiente e non paragonabile a all'universalizzazione degli ammortizzatori sociali o all'introduzione di un reddito di base: le risorse stanziate in Legge di Stabilità devono essere almeno raddoppiate e i criteri di accesso restano fortemente escludenti per centinaia di migliaia di precari e lavoratori autonomi".
"La riduzione delle 47 forme contrattuali attualmente previste dalla legislazione italiana", prosegue Danilo Lampis, Coordinatore dell'Unione degli Studenti, "non ha trovato un effettivo riscontro nel decreto approvato oggi in prima lettura. La cancellazione di poche tipologie contrattuali atipiche e, soprattutto, la conferma delle regole introdotte con il Dl Poletti su contratti a tempo determinato e apprendistato rafforzano la precarietà anziché contrastarla".
"Il Governo prosegue su una strada fallimentare", concludono gli studenti nella nota, " #lavoltabuona è un colpo grave e pesante, è l'istituzionalizzazione di precarietà e ricatto come punti fermi del mercato del lavoro. La risposta non si farà attendere, con una primavera che, a partire dalla data di mobilitazione studentesca del 12 marzo, vedrà il protagonismo di studenti, lavoratori e precari nel rivendicare una formazione di qualità e accessibile a tutti, un reddito contro la precarietà e l'estensione dei diritti e delle tutele a tutte le forme di lavoro".
Jobs Act: Rete Conoscenza, è istituzionalizzazione precarietà
20 febbraio 2015 • 00:00