Si terrà martedì 7 settembre dalle 9.30 a Settimo Milanese la manifestazione dei lavoratori Italtel contro la decisione dell’azienda di aprire una nuova procedura dopo che il tribunale ha ordinato il reintegro dei lavoratori in cassa integrazione straordinaria. Alle 10.30 ci sarà una conferenza stampa unitaria dei sindacati presso il sito di Castelletto cui parteciperanno, tra gli altri, i rappresentanti del coordinamento nazionale di Italtel e di Fim, Fiom, Uilm nazionali.

Le organizzazioni dei lavoratori hanno diffuso una scheda che riassume le tappe della vicenda. “Febbraio 2010: Italtel decide unilateralmente di mettere in cassa integrazione straordinaria a zero ore 237 lavoratori del sito di Castelletto, dopo aver dichiarato 400 esuberi e aver disdetto il contratto di solidarietà. Oltre agli scioperi e alle straordinarie mobilitazioni dei lavoratori, il sindacato fa causa contro Italtel 14 luglio 2010: il Tribunale di Milano ‘dichiara l’antisindacalità del comportamento di Italtel Spa’ e ‘ordina a Italtel Spa di revocare immediatamente ed ex ante tutte le sospensioni in Cigs e di riammettere immediatamente i lavoratori sospesi nei relativi posti di lavoro; condanna la società convenuta a pagare ai lavoratori sospesi l’intero trattamento retributivo e contributivo dalla data della sospensione in poi’. 2 agosto 2010: l’azienda rende esecutiva la sentenza, i lavoratori rientrano negli uffici dove trovano i computer disabilitati. 23 agosto 2010: Italtel ci riprova e rimette in cassa integrazione (unilateralmente) gli stessi lavoratori”.

“Nel frattempo - si legge nella scheda - il ministero dello Sviluppo è ancora latitante e i finanziamenti promessi sono ancora un miraggio, così come è assente Regione Lombardia, che pure si era impegnata ad investire nel settore. In questo paese non rispettare le sentenze, oppure applicarle per qualche giorno, pare essere ormai prassi consolidata dei vertici delle imprese, tanto quanto non presentare alcun piano industriale e pretendere di essere l’unica voce all’interno dei luoghi di lavoro. Così non va. L’impresa deve essere disponibile al confronto e chi ha il dovere di intervenire deve compiere atti concreti che producano risultati positivi per tutti i lavoratori di Italtel e scongiurino il declino della grande azienda di telecomunicazioni”.