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Il 20 ottobre a Roma, presso il ministero dello Sviluppo economico, si è svolto l’incontro sulla complicata vertenza di ItaliaOnLine. E forse è emerso qualche spiraglio di luce per il finora oscuro futuro di oltre 700 dipendenti. Tanto che il ministero ha riconvocato le parti martedì prossimo per un confronto a oltranza.
Il tavolo era stato richiesto con estrema urgenza dalle segreterie nazionali dei sindacati di categoria Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil ed è avvenuto nel giorno dello sciopero dei lavoratori della internet company nata a giugno 2016 dalla fusione per incorporazione di Italiaonline in Seat Pagine Gialle.
La vertenza, però, era già partita “concretamente” ben tre mesi fa, il 20 luglio, quando era emerso che nel nuovo piano industriale di ItaliaOnLine esistevano delle considerevoli ricadute occupazionali. Qualche giorno dopo, infatti, erano scattati i tagli al personale, che si sono subito tradotti in 417 casse intergrazioni a zero e 283 a rotazione per 4 giorni al mese.
“In questo secondo incontro al Mise – scrivono i sindacati in una nota congiunta – abbiamo portato le posizioni dei lavoratori emerse dalle partecipate assemblee svolte nei giorni passati nei posti di lavoro e dall’attivo sindacale di Milano dell'11 ottobre”.
Centinaia di lavoratori, nel frattempo, hanno partecipato agli scioperi territoriali “per manifestare il profondo dissenso a questa riorganizzazione aziendale”. Il ministero, quindi, ha sollecitato l'azienda, rappresentata al tavolo dalla direzione del personale, “a fornire delle risposte nelle quali si è registrata la disponibilità ad entrare nel merito e quindi di affrontare con decisione la vertenza”. L’azienda pur sostanzialmente riconfermando il piano industriale, ha però “palesato delle leggere aperture” sulla gestione delle modalità di applicazione del piano “che finora non erano affiorate”.
Così è arrivata la nuova convocazione delle parti, per le 13 di martedì 25 ottobre, in un “incontro a oltranza, fino al 26 ottobre”, per cercare di arrivare alla definizione di una posizione “nella quale si possa comprendere meglio l’esistenza o meno di una eventuale soluzione alla vertenza”. Nel frattempo l’azienda si è impegnata a non inviare le lettere della cassa integrazione a rotazione e a zero ore.