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Settecento lavoratori sono a rischio licenziamento in Italiaonline, la nuova proprietà nata dopo la fusione con Seat Pagine Gialle. È l'allarme che arriva dalla Slc Cgil di Roma e del Lazio. La nuova società prevede una riorganizzazione con pesanti ricadute occupazionali: in bilico è il futuro dei lavoratori e delle loro famiglie. Il 20 giugno, si legge, è stata ratificata la fusione tra Seat Pagine Gialle e Italiaonline. La ex Seat Pagine Gialle "si è portata in dote un tesoretto di circa 120 milioni di euro, frutto anche di accordi sindacali sofferti dove i lavoratori hanno accettato pesanti sacrifici in cambio del mantenimento del posto di lavoro". Così, in una nota, Fabrizio Micarelli e Barbara Cosimi della Slc.
La nuova proprietà, prosegue il sindacato, il 4 agosto scorso ha fornito alle organizzazioni sindacali un'informativa sulle linee guida del nuovo piano industriale che, al di là delle intenzioni di sviluppo (tutte da verificare), prevede una riorganizzazione aziendale con pesanti ricadute occupazionali. Infatti per 700 lavoratori su un organico di 1106, è prevista la cassa integrazione straordinaria per 24 mesi (417 dovrebbero fruire della cigs a zero ore e 283 della cigs a rotazione).
"Dalla ripartizione numerica territoriale della cigs - inoltre - si evince che l’obiettivo aziendale è anche un altro: l’abbandono di alcuni presidi territoriali, tra cui Roma. Infatti, su un organico di 109 dipendenti, 83 dovrebbero andare in cigs a zero ore, per essere licenziati tra 24 mesi. Nelle ultime settimane abbiamo svolto diversi incontri per cercare una soluzione condivisa e alternativa a questa proposta scellerata, ma l'azienda ha opposto assurde rigidità. Chiediamo a Italiaonline di smetterla di arrampicarsi sugli specchi e di giocare sui numeri perché dietro a quei numeri c'è il destino di centinaia di famiglie".
Il sindacato quindi conclude: "Le chiediamo inoltre di smetterla con le comunicazioni video ai colleghi e di venire nelle sedi opportune, per trovare soluzioni non traumatiche per i lavoratori. Confidiamo che la Regione Lazio e il ministro dello Sviluppo economico garantiscano il loro supporto nel prossimo incontro del 20 ottobre presso il Mise".