“Sentiamo la necessità di una proposta che ricostruisca il Paese, che è diviso, frantumato, e con diseguaglianze crescenti”. Con queste parole Susanna Camusso ha annunciato, il 21 dicembre, la Conferenza di programma della Cgil, che si terrà a Roma il 30 e 31 gennaio. Un’iniziativa, ha detto il segretario generale della confederazione, “che avrà l’obiettivo di lanciare una proposta per il Paese: il piano del lavoro”.

Una proposta che evoca l’analogo piano lanciato dalla Cgil di Giuseppe Di Vittorio nel 1949-50. “Ovviamente non siamo in quella situazione post bellica, ma sentiamo la necessità di una proposta che ricostruisca il paese a partire dal lavoro, dalla difesa di quello che abbiamo e di quello che dobbiamo avere”.

Per il 2013 Camusso si augura che “si invertano le politiche e si mettano al centro lavoro e pensioni”. Dunque che sia “un 2013 meglio dell’anno trascorso anche se – ammette Camusso – non siamo ottimisti rispetto alle prospettive economiche”. “Chiudiamo - ha detto - un anno pesantissimo per il Paese in cui le politiche depressive hanno determinato il peggioramento delle condizioni dei lavoratori e dei pensionati”.

“Del rigore, dell’equità e della crescita” annunciati dal presidente Monti all’inizio del suo incarico, “abbiamo visto solo il rigore cieco. Non abbiamo visto né l’equità, né la crescita”. “Chiudiamo un anno pessimo al di là dell’ottimismo espresso da qualcuno. L’occupazione, la recessione, la tenuta economica delle famiglie sono in grandissima difficoltà a causa delle politiche depressive del governo Monti”.

La legge di Stabilità – ha aggiunto il segretario Cgil - non contiene “scelte per invertire la situazione di crisi in cui versa il Paese”.

Il 2013 sarà anche anno di elezioni e al riguardo Camusso, riferendosi alla probabile candidatura di Mario Monti, trova “istituzionalmente discutibile che un governo tecnico nato senza consenso popolare utilizzi le politiche fatte da quel governo per fare campagna elettorale”. “Credo che non sia nelle normali regole democratiche del Paese”.

Rispondendo a una domanda sulla Fiat, Camusso ha ribadito che la Cgil valuta “positivamente” gli investimenti annunciati da Marchionne, ma nutre qualche dubbio sui volumi produttivi dello stabilimento di Melfi, dove si produrranno i mini Suv.

La Camusso infatti si è detta scettica rispetto al riposizionamento annunciato dal gruppo Fiat “verso una gamma più alta abbandonando le vetture generaliste che sono sempre state - ha detto - la forza del gruppo con i segmenti medio piccoli”. “Se l’annuncio degli investimenti - ha concluso la Camusso – si limita a quello fatto ieri siamo preoccupati sia per i volumi sia per il futuro degli altri stabilimenti”.

Quanto alla visita di Monti ieri alla fabbrica Fiat di Melfi, Camusso ha commentato: “Monti non ha mai chiesto conto alla Fiat delle scelte fatte. Non ha mai commentato che Fiat ha detto che in due anni era impossibile fare investimenti dentro la crisi. Monti non ha in mente che il gruppo Fiat opera una regolare discriminazione non solo verso l’organizzazione sindacale ma anche nei confronti di quei lavoratori che hanno scelto quel sindacato e quindi non ha difeso il diritto alla libertà dei lavoratori”.