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Continua l'Opa lanciata da Heidelberg Cement France sulle azioni Italcementi. Fino ad oggi sono stati consegnati 3.292.648 titoli, pari all'1,714% delle azioni oggetto dell’offerta pubblica di acquisto. L’operazione è partita il 29 agosto scorso e terminerà il 30 settembre. Si tratta di un passaggio importante in una vertenza dura e lunghissima, che oltre a immettere sul mercato 55% delle azioni di Italcementi quotate a Piazza Affari, mette a rischio 415 lavoratori a livello corporate e della sede centrale italiana, su un totale di 2.500 impiegati. Altri 250 licenziamenti verranno inoltre formalizzati negli altri siti produttivi entro il settembre 2017.
Era infatti il 28 luglio del 2015 quando Italmobiliare annunciò l'accordo con Heidelberg Cement per acquisire Italcementi. A oltre un anno di distanza, è invece partita l'Opa sulla società che rappresenta l'ultimo tassello dell'acquisizione da parte del colosso tedesca. Nell'ultimo comunicato del cda sull'offerta dello scorso 1 agosto è spiegato che il gruppo tedesco intende "riorganizzare parzialmente sia la struttura aziendale sia la struttura direttiva italiana" di Italcementi, "laddove possono essere ottenuti risparmi in termini di efficienza". In particolare, la riorganizzazione sarà completata nel 2020.
Heidelberg vuole mantenere l’intera struttura industriale in Italia e il brand Italcementi. L’i.Lab di Bergamo, che rimarrà l’headquarter italiano, però, diventerà sede della divisione di Ricerca e sviluppo di prodotto di tutto il gruppo. I tedeschi, però, hanno deciso di non dotarsi di headquarter sub-regionali, quindi alcune funzioni di staff e amministrative verranno invece accentrate nella nuova controllante. Eventuali esuberi a Bergamo, tra le 230 e le 260 unità, verranno poi gestiti attraverso la Cassa Integrazione, che non sarà ampliata rispetto ai numeri stabiliti dalla procedura già concordata da Italcementi. Inoltre, verranno negoziati con i sindacati specifici accordi di uscita anticipata. Al termine del periodo di transizione, nel 2020, nella sede di Bergamo rimarranno 210-250 persone.
La vertenza al Mise è però in corso da molti mesi e diversi sono stati gli incontri e gli scioperi messi in atto dai sindacati. A fine luglio si è tenuto l'ultimo vertice, in cui il governo si è impegnato a preservare e rilanciare quella che ha definito “un'eccellenza dell’economia italiana”, e di garantire la salvaguardia dei posti di lavoro.
La prima cosa da fare, secondo i sindacati, è quindi l’estensione degli ammortizzatori sociali per tutta la durata del piano industriale. Feneal, Filca e Fillea, al termine dell’incontro al ministero dello Sviluppo economico, avvenuto a un anno esatto dall’acquisizione di Italcementi, sono infatti tornati con forza a ribadire la necessità di mantenere i livelli occupazionali in tutti i siti produttivi, così come previsto dagli accordi. Ma anche di aumentare il personale in dotazione alla sede centrale e al centro di ricerca di prodotto ed estendere e applicare agli stabilimenti di tutta Italia il piano sociale, già in vigore nella sede di Bergamo. Posizioni che verranno ribadite nel prossimo incontro, che il Mise si è impegnato a convocare entro il mese di settembre.