(Labitalia) - In Italia il 33% delle imprese private, circa 514mila aziende, dichiara di dover aggiornare le competenze dei propri lavoratori, stando a quanto rivela la prima edizione dell'indagine 'Audit sui fabbisogni professionali contingenti', condotta dall’Isfol su incarico del ministero del Lavoro. I settori che esprimono in modo più forte un fabbisogno di conoscenze e skills, cioè dove si registra una domanda più forte di formazione per i dipendenti presenti in azienda, sono in particolare quelli relativi a: fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata (50% delle imprese presenti in questo ambito produttivo); attività finanziarie e assicurative (45%); servizi di informazione e di comunicazione (44%); fabbricazione di prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio e fabbricazione di prodotti chimici (42%); fabbricazione di prodotti farmaceutici (41%). Superiori al dato medio nazionale (33%) anche le percentuali dei comparti istruzione, sanità e assistenza sociale, attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento, nonché il settore delle attività professionali, scientifiche e tecniche.

Tra le imprese di grandi dimensioni (almeno 250 dipendenti), ben l'83% esprime un fabbisogno professionale. A seguire, le aziende di medie dimensioni (tra 50 e 249 dipendenti), che si attestano al 58%. Inoltre, quelle di piccole dimensioni (sotto i 50 dipendenti), che soltanto in un caso su tre (32%) sottolineano l'esigenza di aggiornare nel breve termine alcune delle figure presenti al loro interno.

Le regioni dove le imprese esprimono fabbisogni professionali da soddisfare con percorsi formativi di aggiornamento nel corso dei prossimi mesi sono soprattutto quelle meridionali, in particolare Basilicata, Molise, Sardegna, Campania e Puglia con percentuali superiori alla media nazionale (con la sola eccezione della Calabria che registra un dato basso). Le imprese del Centro-Nord, invece, sono sostanzialmente in linea con il trend nazionale e in qualche caso anche al di sotto (Lombardia, Emilia Romagna, Toscana e Piemonte). Le professioni che registrano le esigenze più forti di aggiornamento sono, in termini assoluti, quelle riconducibili ai grandi gruppi: professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi (25%); artigiani, operai specializzati e agricoltori (23%); professioni tecniche (20%). Senza dimenticare le professioni esecutive nel lavoro di ufficio (18%). Per questi gruppi di professioni la distribuzione territoriale del fabbisogno si concentra soprattutto nel meridione, con la sola eccezione delle professioni tecniche che invece fanno registrare in termini percentuali il dato più alto nel Nord-Ovest (31%).