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Da sabato prossimo, 31 gennaio, apre all’Interporto di Bologna uno sportello per la legalità intitolato a Pio La Torre. L’iniziativa è promossa dalla Cgil, dalla Regione, dal Comune di Bentivoglio e da Libera. La presentazione. Lo sportello rientra nel progetto “Infiltrazioni legali” della Filt Cgil, aperto a marzo dell’anno scorso, e che proseguirà con l’apertura tra due mesi di un altro sportello per la legalità, questa volta all’Interporto di Parma, con l’obiettivo di ripetere l’iniziativa in ognuno degli snodi logistici principali dell’Emilia-Romagna: oltre a Bologna e Parma, anche Piacenza, Modena e Reggio, il porto di Ravenna e la cosiddetta “area del freddo” a Cesena.
Lo sportello si occuperà prima di tutto di dare informazioni ai lavoratori su contratti, diritti del lavoro e tutela legale. Potrà sbrigare pratiche semplici, come i congedi parentali, l’Aspi e il rinnovo del permesso di soggiorno. Per i lavoratori stranieri, in particolare, saranno organizzati corsi di alfabetizzazione. Infiltrazioni Legali è un percorso di approfondimento, studio e sensibilizzazione che vuole associare con forza al Lavoro il concetto di Legalità. Si pone l’obiettivo di mettere in contatto istituzioni, associazioni, sindacati, studenti, studiosi, professionisti e gruppi di cittadini per promuovere la legalità contro le mafie e contro ogni tipo di illegalità nel settore dei trasporti e nel mondo del lavoro attraverso: convegni in tutta la Regione (sette nel 2014), formazione completa e innovativa rivolta ai delegati sindacali, corsi di alfabetizzazione e di guida alla cittadinanza consapevole per lavoratori di origine straniera/nuovi cittadini, corsi e iniziative rivolte alle scuole (nel 2015).
Quella all’Interporto di Bologna “è un’esperienza pilota che deve diventare un modello”, ha detto il segretario generale della Cgil Emilia Romagna, Vincenzo Colla, durante la conferenza stampa di presentazione del progetto.
All’Interporto, afferma il sindaco di Bentivoglio, Erika Ferranti, ci sono “tensioni e una latente illegalità. Da almeno un paio d’anni assistiamo alle proteste dei lavoratori, per le difficoltà di un settore” che deve fare i conti anche con le cooperative spurie, che “subentrano negli appalti a condizioni sempre più basse” per i lavoratori.
Il vantaggio di avere uno sportello proprio all’Interporto, spiega Alberto Ballotti, segretario della Filt Cgil di Bologna, è che i lavoratori che hanno bisogno “non ti devono venire a cercare. Quindi è più semplice avere un contatto, che magari parte da un bisogno e poi si trasforma in una segnalazione”. Maurizio Lunghi, segretario generale della Cgil di Bologna, assicura: “Non ci vogliamo sostituire a nessuno”. Ma è anche vero che, come sindacati, “siamo i primi che vengono a contatto con situazione di illegalità, che possono fare da aggancio alle infiltrazioni mafiose”.
“L’inaugurazione dello sportello “rappresenta un importante risultato ma soprattutto una immensa opportunità per affrontare in maniera ancor più incisiva, quello che definisco l’ostacolo degli ostacoli alla ripresa socio economica, ovvero la piaga delle infiltrazioni delle criminalità organizzate e della corruzione nei tessuti economici”. Così Nadia Monti – Assessore Sicurezza e Legalità Comune di Bologna.
“L’Emilia-Romagna, in questi ultimi anni, ha preso atto di non essere territorio esente dall’infiltrazione mafiosa e dalla sua deleteria cultura. Indagini della magistratura e delle forze dell’ordine, ricerche specifiche effettuate dalla Regione, giornalismo di inchiesta, dati delle Prefetture e beni confiscati hanno fatto emergere la presenza, in gangli della nostra economia, della criminalità organizzata”. Lo ha detto Simonetta Saliera, presidente dell’assemblea legislativa Regione Emilia Romagna. “Abbiamo deciso di non nascondere la polvere sotto il tappeto – prosegue -, ma di affrontare i problemi. Con questo spirito abbiamo approvato e poi applicato una apposita legge regionale che (…) ha permesso di cogliere importanti risultati finanziando progetti come quello che si svilupperà all’Interporto. Nel complesso, nel quadriennio 2010-2014, la Regione ha operato con tre milioni di investimenti per finanziare 78 progetti realizzati in collaborazione con Libera, Avviso Pubblico, i sindacati, gli Enti Locali, il mondo della scuola e dell’Università, coinvolgendo, tra gli altri, oltre 4.000 studenti emiliano-romagnoli che hanno lavorato nei campi confiscati alla mafia. Tra i progetti anche interventi sui beni confiscati alle mafie, 10 dei quali sono già stati riconsegnati alla collettività. Bisogna proseguire con determinazione e forza su questa strada”, conclude Saliera.